CCNL igiene ambientale: un contratto di restituzione
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Le intese sui CCNL del comparto dell’Igiene Ambientale, siglate la notte tra domenica 10 e lunedì 11 luglio con Utilitalia (aziende pubbliche, circa 50.000 lavoratori/trici) e successivamente il 12 luglio con Fise – Assoambiente, aderente a Confindustria (aziende private, circa 40.000 lavoratori/trici), sono due mele avvelenate, sottoscritte unitariamente dalle Segreterie nazionali di Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel, che hanno interrotto le mobilitazioni e le lotte in campo, compreso la revoca degli scioperi previsti per mercoledì 13 e giovedì 14 luglio, già oggetto di slittamento della Commissione di Garanzia Nazionale sugli Scioperi.
Dopo 30 mesi di mancato rinnovo e nonostante la grande adesione dei/delle lavoratori/trici agli ultimi due scioperi nazionali del 30 maggio e 15 giugno, è stata siglata una vera e propria resa su tutti i fronti:
Aumento dell’orario di lavoro settimanale da 36 a 38 ore (104 ore annue di lavoro in più, compensate con sole 30 ore di permessi retribuiti, da cui comunque sono esclusi i nuovi assunti dal 1° gennaio 2017)); durata massima 48 ore settimanali e 9 ore giornaliere, obbligatorie su richiesta aziendale;
Ridotti aumenti salariali, che nemmeno compensano l’aumento dell’orario, centellinati su tutta la vigenza contrattuale, 120€ lordi in tre anni, al livello medio 3A (parametro 130,07), che in realtà sono molto meno visto che ben 30€ sono demandati al welfare contrattuale (previdenza, sanità integrativa e autofinanziamento dell’incentivazione all’esodo). Sui tabellari solo 25€ ad agosto 2016, 25€ a luglio 2017, 20€ a dicembre 2018; 20€ da gennaio 2017 sull’indennità integrativa; sul welfare contrattuale: 10€ da ottobre 2016 sul Fondo Previambiente, con previsione di adesione generalizzata anche per i lavoratori attualmente non iscritti; 9€ da aprile 2017 su Fasda e 1€ da gennaio 2017 su Rubes Triva; 10€ andranno da luglio 2018 a un neocostituito Fondo di solidarietà bilaterale per incentivare l’esodo anticipato; a copertura della vacanza contrattuale, un importo di €200 una tantum suddiviso in 100€ ad agosto 2016 e 100€ a gennaio 2017;
Peggioramento complessivo nella classificazione del personale con l’introduzione di un livello inferiore sotto l’attuale livello 1°, a parametro 90, nelle aziende pubbliche e addirittura due, a parametri 80 e 88,38, in quelle private, con un riordinamento della declaratoria dei diversi livelli professionali verso il basso;
Sulla malattia si assume l’impegno a modificare la disciplina contrattuale delle malattie brevi, con decurtazioni economiche, con l’obiettivo di “ridurre l’assenteismo”. Una grave insinuazione per un sindacato che dovrebbe rappresentare lavoratori/trici sottoposti/e a ritmi di lavoro massacranti;
Impegno a modificare la regolamentazione dell’esercizio del diritto di sciopero;
Piena conferma del Jobs Act per i lavoratori assunti dopo il 6 marzo 2015; per chi era già in servizio a quella data, nel caso di passaggio di appalto e subentro di una nuova impresa, mantenimento dell’articolo 18 (come modificato dalla legge Fornero) ma solo “in via transitoria ed eccezionale e fino alla data di vigenza del presente CCNL”.
Invitiamo i/le lavoratori/trici del comparto Igiene Ambientale a respingere nelle assemblee in tutti i luoghi di lavoro questi accordi e a votare NO, perché si rilancino le mobilitazioni e le lotte, per un rinnovo contrattuale degno di questo nome.
Area “Il sindacato è un’altra cosa – Opposizione CGIL” nella FP CGIL.
Luglio 2016
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