Coordinamento lavoratori Pisa. Se colpiscono due, colpiscono tutte/i

Coordinamento provinciale lavoratrici e lavoratori - Pisa (già Comitato per la reintegrazione di Sandro Giacomelli)

Essere operaie e operai in Piaggio non è proprio come vivere nel regno della libertà. Anzi! Questo si avverte sulla pelle appena si varcano quei cancelli e si constata lavorando in postazione.
Che la regola della schiavitù dovesse accompagnare chi lavora in Piaggio anche uscito dalla fabbrica per mettersi al computer per farsela con Facebook, è la novità della moderna dittatura padronale.
Quanto è successo a due operaie Piaggio, che, in casa loro, si sono messe davanti al computer, è la prova provata che parlare di libertà per chi lavora sotto padron Colaninno è una pia ingenuità.
Sì, perché, smanettando su Facebook, davanti a una foto celebrativa del 70° della “vespa”, in cui mister Piaggio se la godeva insieme a tanti suoi amiconi, tra i quali Matteo Renzi – segretario del PD e premier, come viene definito il signore che dirige il comitato d’affari, alias il governo, per conto di industriali, finanzieri, banchieri, manager, presidenti, amministratori delegati, dirigenti e tant’altra gente, che vive di potere, sfruttamento, soprusi, arbitrio, ricchezze, dominio contro milioni di persone della stessa classe sociale delle due operaie – vedere l’allegra brigata felice e contenta in Piaggio, nel luogo dove loro vivono 8 ore al giorno a faticare, penare, soffrire, subire gli affronti alla loro dignità da parte della gerarchia aziendale, non gli è andato giù e una s’è fatta sfuggire un moto del cuore (al cuore non si comanda!) e non gliel’ha mandata a dire.
E l’altra, solidale, ha scritto: “mi piace”.
Non l’avessero mai fatto! Il management, Colaninno, le ha licenziate.
Così imparano! E, con loro, imparino tutte le operaie e tutti gli operai Piaggio.
E imparino anche quelli che lavorano nel territorio, invaso da giornali di carta e online, che hanno fatto passare le due lavoratrici come una sorta di disgraziate irriconoscenti, potenziali assassine, gente anti-sociale, roba da galera.
Altro che riconoscere loro diritti, come l’articolo 18 o la libertà di espressione e di opinione: si tratta di due elementi da cacciare subito!
Imparino tutti che le catene di Colaninno non sono solo quelle del lavoro sfruttato in fabbrica, perché lui, come Marchionne e tutti i padroni, ti spia anche fuori dal lavoro, ti controlla e ti punisce!
E se non ce la fa da solo, ce la fa con il suo governo, il suo parlamento (che gli approva leggi con cui opprimerti), la sua giustizia.
Noi esprimiamo la nostra solidarietà alle due operaie, come abbiamo fatto le settimane scorse con l’operaio Sandro Giacomelli, licenziato il 28 dicembre dalla DNA (subappalto Piaggio) e fatto riassumere il 2 maggio.
Solidarizzare vuol dire costringere Piaggio a reintegrare le operaie licenziate.
Solidarizzare e sostenere vuol dire unirsi per realizzare l’obiettivo di liberare le due operaie dal sistema di controllo e di repressione del padrone, nella consapevolezza che, se oggi non facciamo niente perché non siano colpite, domani lo saremo anche noi.

Coordinamento provinciale lavoratrici e lavoratori – Pisa (già Comitato per la reintegrazione di Sandro Giacomelli)

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