Incompatibilità: nota esecutivo naz.le sindacatoaltracosa

Apprendiamo dalla nota della segreteria nazionale Fiom dello scorso 22 marzo che la nostra area sarebbe impegnata in una “vera e propria campagna di denigrazione dell’organizzazione”.
Tale denigrazione sarebbe legata alla nostra denuncia della gravità delle conseguenze dell’applicazione della delibera del collegio statutario del 2 marzo su 16 iscritti e iscritte alla nostra organizzazione. Questa nostra denuncia viene definita “falsa” nella nota della segreteria.
L’accusa secondo cui la nostra area sarebbe impegnata in una campagna anti-Fiom è destituita di ogni fondamento. Tutta la nostra azione è stata finalizzata sempre e unicamente alla difesa dei diritti in capo agli iscritti ed alle iscritte alla Cgil, al valore del pluralismo e della democrazia, oltreché naturalmente della rappresentanza Cgil nei luoghi di lavoro. Tutti elementi di rilevante valore per l’insieme dell’organizzazione. La nostra iniziativa è quindi totalmente interna a quanto sancito dall’art.4 dello statuto della Cgil.
In primo luogo ci preme ricordare nuovamente che il “coordinamento dei lavoratori Fca del centro sud”, oggetto della presunta incompatibilità, non ha mai svolto ruolo alcuno in concorrenza con la nostra organizzazione. Non esiste un solo atto, un volantino, una richiesta di incontro o una proclamazione di sciopero che possa testimoniare il suo carattere parasindacale e la conseguente rottura dell’unità della Cgil come soggetto contrattuale in rapporto con Fca. Le scelte che i singoli e le singole compagni/e Rsa Fca hanno assunto nei loro stabilimenti e nel rapporto con l’organizzazione sono esclusivo frutto del loro orientamento, dell’esercizio dei diritti costituzionali, del rapporto con i lavoratori e le lavoratrici di ogni singola realtà di appartenenza.
La scelta Fiom di rivolgersi al Collegio statutario rende tecnicamente più difficile, ma certo possibile, affrontare politicamente la vicenda davanti al carattere prescrittivo e inopponibile della sancita “incompatibilità”.
È bene ricordare, infatti, che il Collegio statutario, pur non essendo un organismo titolato ad emanare direttamente sanzioni disciplinari, può determinare, attraverso l’interpretazione autentica dello statuto e il possibile annullamento di atti e/o delibere delle strutture, conseguenze sui gruppi dirigenti e sugli iscritti all’organizzazione, compreso in questo caso, con la delibera sulla “incompatibilità”, sullo status di semplice iscritto.
Non sono moltissimi i casi di incompatibilità sanzionata con l’espulsione nella lunga storia della Cgil ma i più recenti (Valter Ferrararto, Fillea Torino; Maria Elena Muffato, Fisac Napoli; Pier Angelo, Fiom Vercelli; Renzo Gemmi, Fiom Reggio Emilia) sono tutti conseguenti ad una delibera di conclamata “incompatibilità”. La loro materiale espulsione è avvenuta successivamente con una semplice delibera della segreteria territoriale della categoria di appartenenza e senza alcuna ulteriore istruttoria della commissione di garanzia, né tantomeno con le normali tutele garantiste previste dallo Statuto. Ciò in virtù del fatto che, almeno sino a oggi,l’incompatibilità deliberata dal collegio statutario non può essere subordinata, nella sua applicazione, ad una discussione di altri organismi della confederazione, in quanto la titolarità sull’interpretazione autentica dello statuto è prerogativa univoca, in questa fattispecie, del collegio statutario nazionale Cgil.
La presa d’atto del comitato centrale Fiom dispone l’applicazione della delibera del 2 marzo limitatamente all’impossibilità a ricoprire ruoli di direzione e di rappresentanza nell’organizzazione (Rsa, direttivi e qualsiasi altro organismo) ed a candidarsi a ricoprirli, come potrebbe accadere nelle prossime elezioni Rls/Rsa dello stabilimento Fca di Melfi. Con l’applicazione di quella delibera resterebbe ai compagni la sola iscrizione, senza alcun diritto nell’organizzazione, saremmo quindi di fronte alla sostanziale espulsione dalla Cgil. Ma se, nel definire FALSA la nostra accusa di epurazione e espulsione, si intende dire, e ci si assume la responsabilità, che non ci saranno espulsioni, ne’ destituzioni da RSA e da organismi dirigenti, ne’ incandidabilita’ nelle prossime elezioni RSA RLS allora siamo noi i primi ad auspicare che si possa avviare una discussione politica nei territori e nazionalmente, come peraltro gli stessi compagni e compagne Fca da mesi richiedono insistentemente. Siamo certi che proprio in preparazione delle elezioni Rls nello stabilimento oggi più rilevante del gruppo Fca, la Fiom non procederà a sanzioni o ad esclusioni di lavoratori oggi giudicati “incompatibili”. Diversi di loro sono un pezzo della storia più nobile della nostra organizzazione in quello stabilimento.
La lettera che è stata inviata nei giorni scorsi con raccomandata AR ai singoli e alle singole delegati/e firmatari/e iscritti/e che intima in sette giorni una decisione in merito all’incompatibilità sancita non pare smentire la durezza della nostra denuncia, né depone a favore di una disponibilità politica della segreteria Fiom nella gestione di questa delicatissima vicenda.
Per la nostra organizzazione, nella la sua lunga storia, il pluralismo, la democrazia sindacale, anche lo scontro rude sulle idee, hanno sempre rappresentato la difesa dell’unità della Cgil.

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