L’Italia va alla guerra

Il governo italiano ha deciso di inviare un contingente di 600 militari nel territorio di Mosul in Iraq ai confini dell’area dell’Is. Sarebbe stato il governo Iracheno a chiedere all’Italia l’invio di militari a difesa della diga sul fiume Tigri pesantemente danneggiata. Guarda caso dove una società italiana  lavora alla messa in sicurezza della diga. La società Trevi con sede a Cesena è lì impegnata grazie ad una commessa del valore ragguardevole di circa 2 miliardi di dollari. Intervento militare a difesa dei profitti di un’impresa privata quindi. Ma non solo evidentemente. Siamo davanti ad un nuovo e diverso impegno militare in quello scenario di guerra. Fino ad oggi i 750 militari italiani in Iraq si sono per lo più occupati di addestrare le forze armate irachene. Il nuovo contingente si unirà ai militari inglesi e statunitensi formalmente a difesa della diga ma dentro un’area già teatro di violenti combattimenti. L’Italia va quindi alla guerra. Diciamo No, mobilitiamoci!

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