Cgil Campania: l’ora dei conti!

Congresso straordinario subito!

La crisi e lo stallo politico ed organizzativo in cui si dibatte da lungo tempo la Cgil campana e napoletana, è culminata nella fine della direzione sindacale dei livelli confederali locali dell’organizzazione.
Le “dimissioni” dei segretari generali, F. Libertino e F. Tavella, vengono rappresentate come il prodotto di uno scontro di linea politica con S. Camusso sulla gestione del territorio.

Niente di più falso.

Siamo in presenza di un gruppo dirigente da sempre allineato alle direttive nazionali ed alla linea politica sancita dall’ultimo congresso.
E’ la
  stessa  linea politica che in questi anni ha segnato una profonda rottura e distanza con il territorio ed i luoghi di lavoro, incapace di comprendere i reali bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori e tradurli in rappresentanza sociale.
Questa incapacità porta il segno evidente della subalternita’ alle politiche dei governi locali e nazionali.
Di fronte ai disastri industriali e sociali procurati dalla crisi e dal governo Renzi, né la Cgil nazionale, ed altrettanto la Cgil campana rispetto ai governi locali, ha mosso vere azioni di contrasto.
È stata una resa incondizionata di tutta l’organizzazione alla politica restauratrice di questo governo, che si è impadronito delle conquiste del lavoro e ne ha rivisto le regole, come su pensioni, sanità, ammortizzatori sociali, contratti e statuto dei lavoratori.
Insomma una Cgil che accompagna i processi che governo e padronato decidono, diffondendo rassegnazione tra i lavoratori e rinunciando al conflitto.
Non pensiamo che al disastro politico ed al tracollo finanziario, accompagnato da una caduta di tenuta morale che affiora nell’ organizzazione, possa essere risolutivo un semplice cambio di timoniere.
Anche qui, siamo di fronte ad un largo coinvolgimento di intere categorie, che hanno accompagnato con altrettanta responsabilità i processi degenerativi della vita politica ed interna dell’organizzazione.
Solo
  ricostruendo una trasparenza di gestione ed avviando un deciso cambio di rotta nella linea politica e nei rapporti con le istituzioni locali, improntati alla piena e totale autonomia, possiamo pensare di risalire la china.

La risposta a questo territorio non è la bilateralità né il partenariato.

È dunque impellente avviare una discussione profonda, capillare e rigeneratrice ,che può svolgersi solo in un Congresso straordinario da convocarsi al più presto.

IL SINDACATO E’ UN’ALTRA COSA-OPPOSIZIONE CGIL NAPOLI E CAMPANIA

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