Genova. ODG sui rinnovi contrattuali pubblici

A.Macciò, A.Malerba

Ordine del Giorno sui rinnovi contrattuali approvato all’unanimità, con un solo astenuto, nell’Assemblea che coinvolgeva a Genova lavoratori/trici degli Uffici del Ministero della Salute (SASN, USMAF e UVAC – PIF), della Motorizzazione Civile (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) e della Ragioneria Territoriale dello Stato (Ministero dell’Economia e delle Finanze), svoltasi presso l’Ufficio e Ambulatorio SASN di Genova.

 

Sono ormai trascorsi diversi mesi dalla sentenza della Corte Costituzionale di fine giugno che ha sancito il superamento del blocco sul rinnovo del Contratto nazionale dei dipendenti pubblici e ancora non esiste di fatto l’apertura di un vero tavolo negoziale.
I dipendenti pubblici sono oggetto di una prolungata e aggressiva campagna mediatica diretta e orchestrata dal Governo che li presenta come i responsabili dell’inefficienza della macchina statale.

La realtà è che siamo ormai alla fine del sesto anno di blocco contrattuale.
Solo considerando la dinamica inflattiva dal 2009 ad oggi, la perdita del potere d’acquisto per i lavoratori pubblici equivale mediamente a quasi 300 euro, comprensivi di tutti gli elementi della retribuzione, che mancano sulla busta paga mensile. Complessivamente si tratta di quasi 8.000 euro di reddito persi in questi anni, il tutto senza considerare gli effetti su Tfr e calcolo delle pensioni.
A tutto ciò va aggiunto un drastico calo degli occupati nel pubblico impiego che negli ultimi 10 anni ammonta a quasi 250.000 unità.
In questo quadro, i meno di 300 milioni di euro previsti nella Legge di Stabilità sono una squallida elemosina che fa il paio con la campagna di aggressione che in questi giorni è ripartita contro i lavoratori dei servizi pubblici. Come dimostra la storia degli ultimi anni, queste campagne hanno l’obiettivo di spianare la strada, sul piano del consenso dell’opinione pubblica, alle politiche di riduzione della spesa sociale e di smantellamento dei servizi pubblici.

Di fronte a questa situazione, si sarebbe dovuta imprimere una decisa svolta alla iniziativa sindacale e, pur dopo anni di evidenti tentennamenti e di colpevoli ritardi, indire l’immediato stato di agitazione e un percorso ampio di mobilitazione, con il coinvolgimento dell’utenza popolare dei servizi pubblici, il blocco degli straordinari, ecc., comprensivo dello sciopero generale da effettuarsi entro il mese di novembre, con manifestazione nazionale sotto il Parlamento, cioè in tempi utili per almeno tentare di influire sull’iter di discussione della Legge di stabilità.

Per questi motivi si ritiene pertanto del tutto inadeguato quanto contenuto nel “Documento per il rinnovo dei contratti” presentato dai vertici di FP CGIL, CISL FP e UIL PA.
Le piattaforme che occorre presentare alla controparte, oltre ad aumenti retributivi che prevedano almeno il recupero di quanto perso in busta paga (vedi sopra), dovranno anche prevedere:
●   l’aumento delle risorse dei fondi contrattuali, per un aumento del salario accessorio senza l’applicazione della Legge Brunetta e dei meccanismi di valutazione individuali con il loro portato di clientelismo e di divisione tra i lavoratori;
●   la disapplicazione della Legge Brunetta nel suo complesso, a partire dal dare un nuovo ruolo alle relazioni sindacali, ridotte in gran parte dei loro contenuti negli ultimi anni;
●   lo sblocco del turn over e la stabilizzazione del personale precario;
●   il contrasto ai processi di esternalizzazione e privatizzazione.

Genova, 24 novembre 2015

FIRME:

Aurelio Macciò
Andrea Malerba

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