Toscana. A difesa della sanità

Comunicato sindacatoaltracosa Toscana

L’11 marzo scorso il consiglio regionale toscano, con modalità e tempi che definire “precipitosi” risulta a dir poco eufemistico (in pratica: A ROTTA DI COLLO…) ha approvato la cosiddetta legge regionale per il riordino del sistema sanitario regionale, il cui principale obiettivo altro non è che il deferente e ubbidiente omaggio alle scelte ultra-liberiste del governo Renzi, in genere in materia di welfare e segnatamente in sanità.

In pratica:

* Arretramento della funzionalità dei servizi offerti dall’istituzionesanitaria giustificata da Rossi con la necessità di ovviare al taglio di 350 milioni annui operato sui fondi della regione, dal predatoredi diritti Sig Matteo Renzi. Questo taglio del governo centrale ha trovato nel governo regionale toscano un supino e bovinamente acquescente ricettore. Pessimo esempio per quelle altre regioni che, diversamente dai renziani nostrani, hanno tentato di sollevare la testa e di resistere alla strage di welfare.

* Accorpamento delle Asl:

a) 3 sole Asl, rispetto alle 16 che erano, tra Asl e Aziende ospedaliere;

b) riduzione del numero dei dipendenti di 1500-2000 unità, che si aggiungono ai 2500 persi negli ultimi anni a causa della mancata sostituzione dei pensionamenti;

c) Impatto micidiale sul destino di decine di centinaia di malati e di famiglie, afflitte e colpite nel diritto fondamentale della persona: quello alle cure e all’assistenza sanitaria e sociale.

* Ulteriore e netto allontanamento della sanità pubblica dal controllo e dall’indirizzo delle comunità locali, accentramento di servizi con conseguente squilibrio della loro distribuzione nel territorio, diminuzione del personale qualificato (un esempio per tutti: si vorrebbe sostituire un gran numero di infermieri professionali con OSS), e quindi ulteriore abbassamento della qualità e della quantità dei servizi. Una scure che si abbatterà brutalmente sul collo del Servizio sanitario regionale, accanendosi pervicacemente contro gli operatori. Una legge scellerata che spalancherà una voragine paurosa nell’assistenza sanitaria pubblica, sia a livello quantitativo che qualitativo a livello territoriale.

Una voragine sulla quale – mai previsione fu tanto facile e scontata – si precipiteranno, a frotte, gli avvoltoi: le strutture sanitarie private e le grandi compagnie assicurative.

* La profonda organicità di un tale disegno accentratore col complessivo disegno autoritario renziano di controriforma costituzionale èchiaramente funzionalea sacrificare ogni spazio di democrazia al feticcio della governabilitàe quindi alla prevalenza netta dell’esecutivo, sia esso centrale o locale. Tale libertà d’azione non può che favorire gli interessi delle lobbies cui il premier è legato in spregio alla rappresentanza degli interessi dei cittadini e dei lavoratori .

Risulta allora sospetta a fretta del governo regionale toscano, nel mandare in porto questa legge, in assenza di qualunque serio coinvolgimento dei cittadini, degli enti locali, delle categorie professionali, dei sindacati, delle associazioni. Tale fretta non è infatti giustificata dai fondi che si sperano di risparmiare: queste speranze, alla luce delle esperienze passate di accorpamento delle strutture sanitarie, sono risultate del tutto aleatorie, come è testimoniato da illustri studiosi di amministrazione sanitaria, che hanno dimostrato che, nel 90% dei casi, queste fusioni non hanno portato alcun miglioramento né nella produttività ne nella posizione finanziaria.

Occorre respingere con forza l’intimidazione Rossi/Marroni, la pretesa di ridurre le liste d’attesa contraendo il personale, pretesa a cui è sotteso il brunettiano, offensivo, e malcelato convincimento che i dipendenti pubblici siano una manica di fenomenali fannulloni. Invochiamo semmai la responsabilità organizzativa e di governo del sistema sanitario regionale: da 15 anni Enrico Rossi presiede alla sanità toscana, nonché a quelle stesse disfunzioni che oggi denuncia e che vorrebbe adesso sanare con minori risorse, e a spese dei lavoratori pubblici. Francamente… non crediamo nella riuscita dell’impresa!

A fine luglio scorso Il collegio di garanzia del Consiglio regionale della Toscana, ha decretato l’ammissibilità del quesito referendario contro questa nefanda legge (28/2015) dal 12 agosto 2015 il comitato promotore ha 3 mesi di tempo per raccogliere le 38 mila firme necessarie per poter svolgere il referendum. Noi del sindacato è un’altra cosa-opposizione in CGIL della Toscana, riteniamo che sostenere questo referendum sia un modo per difendere il servizio sanitario pubblico universale ed ugualitario e per questo invitiamo tutti i lavoratori con particolare riferimento a quelli della sanità pubblica, i cittadini, i rappresentanti sindacali, i delegati i militanti e le organizzazioni della sinistra a mobilitarsi per raggiungere e superare l’obbiettivo della raccolta delle firme.

19/09/2015

“Il sindacato è un’altra cosa-Opposizione in CGIL” – Toscana

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