Rsu nel Pubblico Impiego. Una sfida aperta
Intervento di Maria Pia Zanni
Il voto per il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie nel pubblico impiego, con gli oltre 22 mila collegi elettorali negli enti pubblici e scuole, si è appena concluso.
L’elemento politico più significativo che emerge dal dato elettorale è la grande partecipazione dei lavoratori al voto, con punte a livello nazionale che superano l’85% degli aventi diritto.
Una prima ed immediata riflessione ci induce a pensare che essa sia il frutto del combinato disposto di due elementi: le partecipate mobilitazioni degli ultimi mesi ed il bisogno dei lavoratori pubblici a rendere più incisiva e determinata la risposta contro l’attacco del governo Renzi.
Naturalmente la visibilità e l’ampiezza vera di un tale risultato è dato e dipenderà maggiormente dall’impegno attivo di migliaia di lavoratori, candidati, delegati ed attivisti sindacali.
Al netto della novità dell’ammissione al voto dei precari, in questa tornata elettorale il dato della partecipazione è sicuramente in controtendenza rispetto alle consultazioni politiche ultime, e testimonia di un settore, quello dei pubblici e della conoscenza, in grande sofferenza per il perdurante blocco dei contratti e in grande fermento per le riforme vessatorie intervenute e gli effetti devastanti, non ancora del tutto quantificabili, in termini di esuberi, mobilità forzata, demansionamento e licenziamenti.
La domanda di rappresentanza e di cambiamento esiste ed è evidente, contro ogni mistificazione ad opera di Renzi e del suo Governo e consegna proprio alle nuove RSU dei luoghi di lavoro, alle lavoratrici e ai lavoratori tutti, un nuovo e più delicato compito di trasformazione di quella domanda in consapevolezza e partecipazione attiva per la difesa del lavoro, dei diritti, per un welfare pubblico e solidale a garanzia dell’universalità dei servizi pubblici.
La partecipazione dei lavoratori al voto per la difesa del bene pubblico e più in generale degli interessi di classe, che pure questa tornata elettorale di rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie ci dice, va subito raccolta rilanciando la mobilitazione e facendo ripartire il conflitto sui luoghi di lavoro e nei territori.
Attorno alla centralità e alla difesa del lavoro pubblico e privato e contro l’attacco allo Statuto dei lavoratori, alle controriforme del lavoro (Jobs act, riforma della P. A., la “buona scuola”), va costruito a partire dai luoghi di lavoro un ampio fronte di forze sindacali e sociali il cui comune denominatore deve essere l’opposizione alle politiche di austerità e di rigore del governo e al fascismo di ritorno in Italia come in Europa.
Per questo c’è bisogno di una vera rappresentanza sindacale che, a partire dal rifiuto e dall’opposizione all’accordo tra Cgil Cisl Uil e Confindustria del 10 gennaio 2014 con cui si rinuncia al conflitto e quindi alla natura e funzione della rappresentanza stessa, sappia costruire reali processi di partecipazione democratica e di lotta dei lavoratori attraverso l’indicazione di percorsi ed obiettivi chiari e condivisi.
Per questo continueremo a sostenere con forza e determinazione il ruolo e la funzione delle RSU, dei tanti delegati/e che sapranno sottrarsi alle liturgie delle burocrazie sindacali per liberare partecipazione e capacità di conflitto dei lavoratori contro gli atti di regime di questo Governo in campo politico e sociale.
Le compagne e i compagni dell’area “Il sindacato è un’altra cosa-Opposizione in Cgil” che, anche in questa tornata, nonostante il manifesto sabotaggio, in alcuni casi, e la marginalizzazione, in altri, delle Segreterie locali, hanno ricevuto dai lavoratori consenso ed apprezzamento per il lavoro svolto, sono già in campo……al lavoro e alla lotta!
Maria Pia Zanni
Direttivo Nazionale CGIL
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