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Riunione esecutivo 11 febbraio 2015

Report esecutivo nazionale del 11 febbraio 2015
L’esecutivo si è riunito per definire obbiettivi e contenuti dell’assemblea nazionale della nostra area del prossimo 25 febbraio, per discutere dei prossimi appuntamenti di mobilitazione, per fare il punto sui nodi di fase.
AUSTERITÀ-GRECIA
L’intransigenza dei governi europei, dalla Merkel a Renzi, rispetto alla richiesta di  rinegoziazione del debito greco testimonia, insieme alla scelta della Bce di  Mario Draghi di non riconoscere più i titoli di stato ellenici, l’irriformabilità dell’Unione Europea e il disprezzo della stessa per il voto democratico espresso dal popolo greco. Un’altra Europa sarà possibile solo dopo aver rotto quella attuale. La partita che si è aperta assume dunque una valenza generale il cui esito, in un senso o nell’altro, avrà conseguenze di enorme rilievo  sullo scenario internazionale. Per queste ragioni siamo a fianco del popolo greco nella sua battaglia contro le politiche d’austerità, distinguendo il popolo greco dal giudizio sul governo Tsipras, sulle sue scelte e alleanze. Abbiamo aderito alla manifestazione del 14 febbraio a Roma promossa da un ampio cartello politico-sociale caratterizzando tuttavia la nostra partecipazione con  la nostra radicalità di giudizio sulla natura dell’Unione Europea e sulla rottura necessaria.
Riprendere il filo delle lotte nel nostro paese
Come avevamo denunciato lo sciopero generale del 12 dicembre ha segnato la fine e non l’avvio della fase di mobilitazione lunga e incisiva che tutte e tutti coloro che hanno partecipato alle mobilitazioni dell’autunno si attendevano. Il fumo a manovella della presunta continuità al contrasto del Jobs Act sul terreno legale e aziendale si è rilevato esattamente per quello che era, una copertura alla mesta ritirata.  Il tradimento di queste aspettative rappresenta, come accaduto nel 2012 dopo la criminale legislazione Monti Fornero su pensioni e mercato del lavoro, l’accettazione critica da parte della Cgil del nuovo contesto. Segno che la crisi del più grande sindacato italiano è sempre più profonda e che la rottura con il partito democratico pare destinata a ricomporsi, in assenza del conflitto, intorno all’unità nazionale e all’applauso di palazzo che ha portato all’elezione di Mattarella a presidente della repubblica. Due mesi di scomparsa della Cgil mentre precipita la condizione sociale del paese e il governo Renzi prosegue indisturbato la sua opera di demolizione di diritti.  Il prossimo 20 febbraio torneranno sul tavolo del consiglio dei ministri i primi due  decreti attuativi del Jobs Act.
I compagni e le compagne dell’esecutivo, in una discussione ricca di spunti, riflessioni e proposte,  ritengono che ci si debba muovere su due livelli di intervento rispetto alla continuità dell’iniziativa, di quella che vogliamo chiamare la  nostra campagna di primavera:
•    Da una parte è necessario riprendere la battaglia interna contro la colpevole passività della Cgil. Sebbene non si debba escludere che una qualche iniziativa verrà messa in campo, quello di cui abbiamo bisogno è l’organizzazione di un conflitto di lungo periodo su una piattaforma che riunifichi il mondo del lavoro e che accompagni una vertenzialità ad ogni livello contro i provvedimenti del jobs act. Va raccolto e ampliato, in questo senso, l’appello alla costruzione di una campagna referendaria, integrando sui temi delle pensioni e del mercato del lavoro, per l’abolizione del Jobs Act. I referendum possono essere uno strumento efficace per mantenere aperta la partita ma solo se accompagnati dal conflitto sociale, da una vertenzialità diffusa, altrimenti il rischio concreto è che diventino alternativi alla battaglia più generale;
•    L’appello a movimenti, realtà sociali e sindacalismo conflittuale a costruire nei territori  un fronte comune, attraverso la forma di comitati, collettivi contro le politiche del governo Renzi, per portare nei territori il contrasto all’applicazione del Jobs Act.

Il prossimo 25 febbraio è convocata un’assemblea nazionale delle delegate,dei delegati e dei quadri dell’area Il sindacato è un’altra cosa. Diversi interventi hanno, pur criticando le modalità con cui è stata decisa l’assemblea, chiesto che le Rsu, soprattutto quelle che rappresentano esperienze di lotta concreta a partire dagli scioperi contro il Jobs Act e le intimidazioni aziendali sulla malattia come la Piaggio,  siano le vere protagoniste dell’assemblea. Un appuntamento importante quindi che si colloca tra il direttivo nazionale Cgil del prossimo 18 dicembre e l’assemblea nazionale dei delegati Fiom di Cervia che dovrà definire l’orientamento dei metalmeccanici su contratto nazionale e jobs act. Non vogliamo chinare la testa come pretende il Jobs Act e proponiamo a tutto il mondo del lavoro ed ai movimenti si riprendere insieme il conflitto verso il maggio. Verso cioè le grandi mobilitazioni contro l’Expo.
Un’assemblea che ha come obbiettivo quindi il rilancio dell’iniziativa dell’area nei territori e nelle categorie. Sarà anche l’occasione per fare il punto sui contenuti dei decreti attuativi grazie all’intervento del Prof.Antonio Di Stasi e cominciare pertanto la riflessione che il seminario nazionale di Marzo è chiamato a istruire sul sindacato ai tempi del Jobs Act. E’ emersa nella discussione la necessità di rafforzare il nostro impegno nella produzione di materiali a sostegno dell’iniziativa dei delegati nei luoghi di lavoro. In particolare sulla necessità di predisporre una sorta di manualetto di autodifesa sulla contrattazione, sul 10 gennaio e Jobs Act, le nostre linee di comportamento in sostanza.
E’  stata lanciata dal Forum diritti lavoro una manifestazione nazionale per il prossimo 28 febbraio a Milano contro austerità,expo. Le compagne ed i compagni dell’esecutivo, a larga maggioranza, considerano che questa scadenza pur ponendosi giustamente il tema della ripresa del conflitto non sia stata costruita con un percorso aperto e partecipato che consentisse di definire collettivamente modalità, contenuti e obbiettivi di una mobilitazione che non raccoglie un vasto fronte sindacale e che si incrocia con  quella prevista a Roma contro la visita di Salvini e il suo codazzo fascista, manifestazione a cui aderiamo. Nella discussione è stato proposto un appello del mondo del lavoro verso la scadenza del primo maggio a Milano, l’ormai tradizionale May Day che quest’anno si caratterizzerà per la mobilitazione contro  l’apertura di Expo 2015 e il suo carico di sfruttamento del lavoro, venduto a gratis grazie al vergognoso accordo sindacale di Cgil Cisl Uil, e di devastazione della città.
Il 13-14-15 febbraio parteciperemo al secondo  Strike Meeting che si tiene a Roma dopo l’esperienza dello sciopero sociale del 14 novembre scorso. Uno spazio di discussione ed elaborazione interessante sulle nuove forme di sfruttamento del lavoro umano che ci auspichiamo porti alla ripresa dell’iniziativa. Uno spazio che vede la presenza di larga parte del sindacalismo di base. L’esecutivo ha deciso di aderire alla manifestazione NOTAV del prossimo 21 febbraio.

Sulla Cgil
Carlo Carelli ha esposto in sintesi la discussione che la Cgil ha avviato per la sua conferenza d’organizzazione che dovrebbe tenersi da settembre a novembre. Ci siamo opposti alle modalità che sono state decise per le platee interessate e abbiamo deciso di non partecipare alle commissioni che lavorano sulla stesura del documento per la ragione che non condividiamo gli obbiettivi che la conferenza sta assumendo. In primo luogo perché per la prima volta nella storia della Cgil alla conferenza di organizzazione viene affidato il potere decisionale attraverso la semplice ratifica del direttivo nazionale. Mentre nel passato le proposte delle conferenze venivano ridiscusse e votate dai congressi. Un’ulteriore torsione autoritaria. In aggiunta le forme di accorpamento previste ( confederali e categoriali)  sono totalmente slegate da ogni riflessione sulla indispensabile riunificazione del lavoro e dei contratti. Tutto spinge verso una centralizzazione di risorse e poteri ed una diminuzione radicale dell’autonomia e del ruolo delle categorie. Parteciperemo alla commissione incaricata di definire le regole.
Al direttivo nazionale Cgil del 18 febbraio l’esecutivo ha deciso di ingaggiare battaglia sul tema della lotta al Jobs Act ,al governo Renzi, contro l’Expo 2015 e in solidarietà con le lavoratrici ed i lavoratori della Scala di Milano che si rifiutano di lavorare il primo maggio.

Decisioni operative
Il nuovo sito, realizzato grazie all’impegno di diversi compagni ed in particolare di Eliana Como, conosce un discreto successo di visite giornaliere. Si tratta di definire  responsabilità individuali per le diverse sezioni.
Il gruppo operativo è stato integrato dal compagno Franco Grisolia, componente della commissione nazionale di garanzia ed è pertanto così definitivamente composto: Bellavita,Burattini Carelli,Como,Grisolia,Iavazzi,Zanni.

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