Lettera di Irene Cicciò
L’inizio di un nuovo anno rappresenta sempre una prospettiva di cambiamento, una possibilità. Al nuovo anno affidiamo le speranze nel futuro; un futuro che purtroppo, oggi più che mai, si prospetta incerto e insidioso.
Il nostro paese sta vivendo una crisi economica terribile: chiusura delle fabbriche, delocalizzazione e precarizzazione dei rapporti di lavoro, rappresentano solo alcune delle conseguenze più evidenti.
La continua emorragia di posti di lavoro e la conseguente offerta generalizzata , hanno innescato una pericolosa ‘asta al ribasso’, dalla quale scaturisce un modello di lavoro sempre più precarizzato, povero e mortificato.
In molti, vogliono farci credere che questo modello di lavoro ‘flessibile’, miope e deforme, sia l’unico possibile.
Ma è davvero così? Si può veramente conservare un minimo di onestà intellettuale e credere che la crisi si possa risolvere abbassando ulteriormente il livello di diritti e salari, precarizzando il lavoro e i servizi pubblici?
Io penso di no.
In un paese civile, il livello di diffusione dei servizi pubblici costituisce un bene inalienabile per l’esigibilità dei diritti di cittadinanza di ogni individuo e le tutele rappresentano un valore che conferisce dignità al lavoro.
L’azione sindacale, spesso debole e inefficace, ha prodotto scoraggiamento e disillusione nei lavoratori, contribuendo ad alimentare l’idea di un sindacato debole, incapace di fornire risposte concrete alle esigenze di tutela dei lavoratori.
Contrastare l’aggressione al lavoro con una risposta sindacale adeguata e indipendente dalle logiche dei partiti è il mio auspicio per il 2015.
Per queste ragioni ho deciso di aderire a ‘Il sindacato è un’altra cosa – opposizione CGIL’’, perché un sindacato conflittuale e democratico capace di rispondere ai bisogni reali dei lavoratori rappresenta il mio modello di sindacato.
Irene Ciccio’
Camera del lavoro Flc Monza Brianza
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