Sui fatti del 14 febbraio
Tutti han potuto vedere sui mass media la pesantissima aggressione fisica che hanno subito Giorgio Cremaschi e altri compagni il 14 febbraio 2013 a Milano quando è stato loro impedito con la forza di entrare e intervenire in una assemblea pubblica della Cgil, alla fine della quale il compagno Nico Vox ha dovuto ricorrere alle cure ospedaliere a causa dei “respingimenti” violenti del sedicente servizio d’ordine. Ebbene il comitato di garanzia competente di prima istanza( organo disciplinare interno alla Cgil) ha condannato al biasimo Giorgio Cremaschi, Franco Grisolia, Angelo Pozzi, Nico Vox, Achille Zasso, perché avendo chiesto di intervenire nell’assemblea ed essendo per questo stati aggrediti dal servizio d’ordine, sono comunque colpevoli perché ” …le modalità utilizzate per esprimere dissenso hanno contribuito ad offuscare il merito della iniziativa e leso l’immagine anche pubblica della Cgil…” . Mentre la magistratura ordinaria ha aperto giustamente una inchiesta penale sull’aggressione, per la giustizia interna il danno all’immagine della Cgil lo hanno fatto coloro che sono stati picchiati. Così i picchiatori, a cui è stato comminato il medesimo biasimo, sono stati vergognosamente messi sullo stesso piano di chi è stato picchiato.
Due pesi una sola misura!!!
Anche Sergio Bellavita è stato recentemente sanzionato con biasimo dal comitato di garanzia competente di prima istanza. Questo perché aveva denunciato la clamorosa inattendibilità dei risultati di alcuni congressi. La giustizia interna della Cgil, invece che verificare la validità della denuncia, ha biasimato Bellavita anche lui per danno alla immagine. Poche settimane fa invece la giustizia interna della Cgil aveva esercitato il massimo del rigore contro un delegato FIOM della Brembo, espulso dall’organizzazione per aver tirato un uovo al Segretario della Camera del lavoro di Bergamo. Il gesto non è piaciuto nemmeno a noi e lo abbiamo detto pubblicamente ma se si confronta questa misura con la scandalosa decisione sull’aggressione violenta di Milano, non si può che trarre la conclusione più negativa sulla giustizia interna alla Cgil. Come abbiamo verificato durante il congresso, dove a maggioranza si sono validati congressi dove era comprovato che avevano votato anche i morti (Spi Trieste) o firme false (Parma), oramai il sistema delle garanzie interno alla Cgil è diventato la pura appendice delle decisioni dei gruppi dirigenti ed usa pesi e misure diversi a secondo degli interessi di questi. È questo un altro degli aspetti della degenerazione della vita democratica della Cgil, che da tempo denunciamo e che risulta ancora più grave oggi, con il ruolo e la funzione del sindacato messi in discussione da governo e controparti. Deve essere chiaro che la lotta contro l’attacco ai diritti da parte di governo e padronato è infatti danneggiata proprio da episodi e situazioni come queste. Danneggia il sindacato e le sue lotte non chi denuncia le ingiustizie e le sopraffazioni interne, ma colui che le commette. Per questo mentre esprimiamo solidarietà ai compagni colpiti dai provvedimenti disciplinari,contro i quali è necessario fare ricorso, continuiamo la lotta per la democrazia e la giustizia sui due fronti, contro gli avversari politici e sociali, e contro chi li aiuta usando i loro stessi metodi nella vita interna della Cgil.
Esecutivo nazionale “Il sindacato è un’altra cosa-Opposizione Cgil”
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