REPORT ESECUTIVO NAZIONALE 30 SETTEMBRE
La manifestazione del 25 ottobre, senza un percorso di mobilitazione e di sciopero vero e proprio, è drammaticamente insufficiente rispetto alla portata dello scontro e rischia di aumentare la totale crisi di credibilità di cui già soffre la Cgil. Tuttora manca un giudizio netto e radicale sul governo Renzi, sia in Cgil che in Fiom, e persiste l’illusione di una pratica concertativa. Non a caso è stata sufficiente la dichiarazione di Renzi, che apre ad un incontro con Cgil Cisl Uil, a cancellare persino dal lessico la minaccia di sciopero generale e a ridare vigore a ipotesi ridicole di mediazione. Pensiamo siano del tutto sbagliate, dannose e gratuite le aperture che vengono fatte a partire dalla proposta della Cgil, sostenuta dalla maggioranza della Fiom, del contratto a tutele crescenti attraverso l’allungamento del periodo di prova. Pericolosa anche la discussione sull’utilizzo del TFR e sulla legge sulla rappresentanza, che rischia di essere su modello dell’accordo del 10 gennaio, come peraltro esplicitamente proposto dal documento del direttivo della Cgil, votato anche da Landini e dagli emendatari. In sostanza nel momento dell’attacco più forte ai diritti dei lavoratori, nel pieno di una condizione materiale che precipita ogni giorno di più per le classi popolari, la Cgil persiste a mantenere una linea ed una pratica inadeguata che condurrà alla disfatta sindacale. La maggioranza dei gruppi dirigenti della Cgil sembra non aver colto la drammaticità del passaggio. Renzi pretende la cancellazione del potere di coalizione, del potere dei lavoratori, del sindacato stesso in tutte le sue forme.
Nel corso della riunione si è avuto un confronto franco tra opinioni differenti su alcuni aspetti della nostre posizioni quali espresse nelle ultime settimane, in particolare rispetto alla Fiom ed alla discussione avuta a Cervia sull’atteggiamento da tenere rispetto al ordine del giorno finale presentato da Landini all’assemblea nazionale dei delegati e che ha portato a posizioni diverse anche nel voto.
Per tutte queste ragioni la nostra campagna per lo sciopero generale deve invadere dentro e fuori la Cgil. Occorre promuovere scioperi nei luoghi di lavoro, ordini del giorno che chiedono lo sciopero generale in tutte le sedi. La nostra partecipazione alla manifestazione del 25 ottobre con le nostre parole d’ordine è parte di questa campagna. Siamo impegnati tutti e tutte nella costruzione di uno spezzone all’interno della manifestazione, visibile e chiaramente riconoscibile, a partire da un nostro striscione e dalla news letter da volantinare.
Continueremo a sostenere, dunque, la necessità che la Cgil proclami lo sciopero generale, ma soprattutto la necessità di un percorso di mobilitazione vera e radicale, di una piattaforma costruita nei luoghi di lavoro, sostenendo tutte le iniziative di base, a partire dagli scioperi nei posti di lavoro.
Rispetto allo sciopero generale e generalizzato del 14 novembre, sul quale ribadiamo il nostro impegno e la nostra partecipazione, prendiamo atto della decisione dell’USB di proclamare il suo sciopero per il 24 ottobre. Per quanto noi stessi abbiamo sostenuto la necessità di anticipare la data dello sciopero, riteniamo sia stato sbagliato rompere il fronte che si stava provando a costruire. Il moltiplicarsi delle date e degli appuntamenti di lotta rischia di non essere un indicatore di forza ma casomai di debolezza. Resta un nostro impegno quello di provare a ri-costruire le condizioni per l’unificazione delle lotte.
La nostra proposta di un’assemblea nazionale in preparazione del 14 novembre registra esattamente le difficoltà del cartello unitario. Proveremo comunque a sostenere ancora nei prossimi giorni questa opportunità con chi è interessato, fermo restando che pensiamo in ogni modo sia utile arrivare alla costruzione di una assemblea nazionale.
Siamo impegnati e chiamiamo i compagni e le compagne alla massima partecipazione alle prossime iniziative di lotta. Il prossimo 8 ottobre manifesteremo a Milano contro il vertice dei presidenti e capi di stato della Ue sull’occupazione e il 10 attraverseremo lo sciopero della scuola di cui sono promotori anche delegate e delegati della nostra area.
Invitiamo a organizzare assemblee territoriali e regionali per organizzare al meglio la nostra campagna e i nostri impegni.
Al termine della riunione abbiamo valutato l’opportunità di riprendere una interlocuzione con altri soggetti del sindacalismo conflittuale e di classe in Europa. Di questo discuteremo più approfonditamente nei prossimi incontri.
L’esecutivo de Il sindacato è un’altra cosa – Opposizione Cgil
Roma 6 ottobre 2014
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