Milano: la marcia dei 20.000 è la nuova Vandea

di Sergio Bellavita. Dovranno lavorare sodo le centinaia di uomini e donne che hanno raccolto l’invito di Pisapia a manifestare in difesa di Milano per la semplice ragione che sotto la vernice c’è uno sporco ben più pervasivo e corrosivo che non si cancella con detersivi e solventi. Corruzione, devastazione ambientale e sfruttamento intensivo del lavoro non si lavano con spugne e ramazze. È stupefacente come il ceto politico milanese abbia chiamato alla rivolta sulla parola d’ordine “nessuno tocchi Milano” non su una grande questione sociale, non sul sistema di potere e malaffare che continua a socializzare costi assurdi ed alimentare il privilegio e l’arbitrio di pochi. Non sulle malefatte di multinazionali che pretendono di raccontare come si combatte la fame nel mondo utilizzando la vetrina di Expo mentre depredano il pianeta e intere popolazioni. Se la marcia dei 40.000 a Torino su Fiat (che poi non erano più di diecimila ma la storia la fa chi vince come sappiamo) ha segnato una sconfitta durissima per il movimento operaio così la manifestazione di Pisapia ha il sapore amaro di una nuova Vandea ammantata di perbenismo. Ordine, pulizia e disciplina non sono le nuove parole d’ordine della sinistra del ventunesimo secolo ma lo stesso vecchio ciarpame di sempre appena abbellito dalla retorica dei buoni sentimenti. Talmente buoni che rimuovono ogni aspetto della enorme questione sociale aperta in questo paese. L’ingiustizia, lo sfruttamento, la diseguaglianza crescente, tutto è travolto dalla furia di ramazza e spazzole. Il mondo è così diviso in due: c’è chi sporca e chi pulisce. Non abbiamo alcuna simpatia per le auto danneggiate o per le vetrine in frantumi e non ci piace l’estetica del conflitto che non si rapporta al consenso di chi vuol rappresentare ma certo colpisce che tanta parte della cosiddetta intellettualità mostri attenzione e interesse per le manifestazioni della rabbia sociale in giro per il mondo mentre quando accade da noi tutto si riduce al teppismo e alle idiozie sull’esistenza dell’internazionale della violenza.
Così come colpisce la doppia morale sulla violenza. Quella del potere che certo ha metodi ben più raffinati, seduttivi e colti rispetto alla barbarica violenza agita con pietre e cartelli stradali. Una è politicamente ammessa, persino legittimata. A ingegneri, commercialisti, imprenditori ,consulenti e faccendieri vari mai nessuno imputerà il reato di devastazione e saccheggio invocato per i manifestanti in maniera criminale anche a sinistra. Per gli altri c’è appunto la gogna mediatica e il processo si è già chiuso con sentenza definitiva. Cosa sarebbe accaduto se la manifestazione della Milano che si ripulisce dagli “untori” fosse stata organizzata da una amministrazione di destra, Vandea? Certamente ci sarebbe stata una contro manifestazione del popolo che non ha sotterrato le armi della battaglia politica e sociale per un mondo diverso, più uguale e giusto. Vale anche per l’Italicum che oggi diverrà legge dello Stato. Se fosse stato Berlusconi a imporre la fiducia su un sistema elettorale profondamente autoritario ci sarebbe stata una sommossa di piazza.
Ancora una volta il nemico cammina nelle nostre di scarpe e ancora una volta lascia spazio alle peggiori pulsioni reazionarie che prima o poi, se non succede nulla a sinistra, troveranno, ahi noi, una rappresentanza pericolosa.

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