Scuola. Nostro odg al direttivo nazionale

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ODg presentato al direttivo nazionale della FLC, messo in votazione contrapposta con la mozione della segreteria e respinto con 6 voti a 80 per il documento della segreteria.

Il direttivo nazionale Flc ritiene che la proposta di contratto sulla mobilità 2016 applichi concretamente per la prima volta elementi cruciali del modello di scuola competitivo e classista introdotto dalla Legge 107: gli Ambiti (l’assegnazione del docente non ad una scuola, ma ad un’area territoriale) e la chiamata diretta (la scelta dei Dirigenti scolastici, per un triennio, dei docenti delle propria scuola). In pratica, definisce le regole attraverso cui ogni Dirigente, ed ogni istituto, potrà scegliere i propri docenti, omogeneizzandoli rispetto alle proprie preferenze (politiche, culturali e programmatiche), segmentando inevitabilmente la scuola pubblica tra istituzioni di diverso livello, tendenza o appartenenza.

L’accordo raggiunto non sembra positivo.

Innanzitutto, divide nuovamente i lavoratori e lavoratrici tra fasce diverse con diritti e condizioni di lavoro differenti, a seconda del momento o della procedura con cui sono stati assunti. Alcuni potranno trasferirsi mantenendo la titolarità di scuola (prima e seconda fase, trasferimenti intra-provinciali: assunti prima del 2014/14, compresi esuberi, DOP e DOS; fase 0 e A dei neoassunti), alcuni con titolarità di ambito (terza e quarta fase, movimenti inter-provinciali, passaggi di ruolo e di cattedra),  in alcuni casi, su base puramente causale ed eventuale (in terza e quarta fase, se la prima indicazione avanzata è indovinata, si sarà titolari nella scuola, altrimenti nell’ambito). Dopo le infinite divisioni tra GAE e graduatorie di Istituto, SISS e PAS, ricorrenti e non, si introducono nuovi frazionamenti dei diritti, che indeboliscono e indeboliranno ulteriormente i docenti, la loro forza e la loro capacità di resistenza.

In secondo luogo, rimane ambiguo il punto cruciale di tutto l’accordo: se e come i Dirigenti scolastici potranno attuare la libera scelta dei docenti nel proprio ambito, e quindi avviare concretamente quel processo competitivo di omogeneizzazione delle scuola prospettato dalla Legge. Il testo dell’accordo rimanda infatti ad una futura “sequenza contrattuale”, che indicherà “criteri oggettivi e modalità di assegnazione” negli ambiti. Ma quanto vincolanti saranno questi criteri, ad oggi non è dato sapere.

Il direttivo nazionale Flc ritiene cruciale difendere l’uguaglianza dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Ancora di più, riteniamo fondamentale attivare ogni possibile ostacolo all’applicazione concreta della Legge 107, smantellando la chiamata diretta e bloccando il suo conseguente disfacimento del sistema scolastico nazionale.

Per questo si impegnano tutte le strutture della FLC ad organizzare tutte le iniziative utili a far riprendere il conflitto ed il movimento della scuola, anche facendo appello alle altre organizzazioni sindacali, ai comitati e alle associazioni del mondo della scuola, e si dà mandato alla segreteria nazionale di non firmare il contratto sulla mobilità così come ad oggi emerso dalla trattativa.

Nessun accordo sarà positivo nel silenzio delle lotte. La resistenza scuola per scuola contro questa legge è ancora viva, seppur carsicamente e con poca visibilità: ad esempio nel contrasto dei Comitati di Valutazione, che in moltissime realtà sono stati rimandati, limitati o vincolati (a criteri del collegio docenti o contrattazioni di RSU). Per far riemergere questa lotta, valorizzarla e svilupparla, è necessario riprendere con urgenza, e con convinzione, il movimento contro la legge 107 e per il rinnovo del CCNL, programmando da subito un percorso di mobilitazione ed uno sciopero nazionale della Scuola. Ora, prima che sia troppo tardi.

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