Atac. Marino alza la voce solo coi lavoratori e il sindacato cede

No al prolungamento dell’orario di lavoro, ora il referendum! Inaccettabile prolungare l’orario di lavoro, specie in caso di lavori particolarmente duri, e guidare autobus a Roma è molto più usurante che in qualsiasi altra città; impossibile ridurre il salario per collegarlo, come avvenuto per i dipendenti di Roma Capitale, a criteri di produttività che non misurano oggettivamente le prestazioni rese e servono solo ad aumentar la pressione e le divisioni tra i lavoratori; sbagliato accettare il ricatto del sindaco (“…o l’accordo o la privatizzazione…”) e ottenere le stabilizzazioni dei precari solo a fronte della perdita dei diritti.
I sindacati dei trasporti firmano un accordo che non ha niente di buono e cantano vittoria soltanto perché l’amministrazione riconosce loro una legittimità che appare invece alquanto limitata; quando fai uno scambio al ribasso e perdi diritti la tua credibilità si azzera.
Non una parola sui turni massacranti di autisti e macchinisti, non un cenno alla riorganizzazione delle attività necessarie al rilancio dell’azienda, non una soluzione ai problemi che attanagliano l’Atac da anni e che non vedono una soluzione all’orizzonte.
Un’amministrazione così screditata agli occhi dell’opinione pubblica per i fatti di Mafia Capitale e per il terremoto politico che la fa tremare dalle fondamenta fa pagare ai lavoratori la sua incapacità di gestione e ripropone sempre le stesse logiche: la crisi, qualunque crisi, la pagano quelli che non l’hanno provocata.
Ora si faccia il referendum tra i lavoratori!
Data la precedente e bruciante sconfitta dei vertici sindacali in occasione del referendum per i dipendenti del comune di Roma, non vorremmo che ciò possa indurre a non consultare i lavoratori: non sarà accettabile una firma definitiva senza una seria consultazione.
Se questo non avverrà si produrrà una frattura insanabile tra i dirigenti sindacali e i lavoratori.

 

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