Direttivo Flc. Una discussione sul movimento in corso
Comunicato sindacatoaltracosa FLC
Il Comitato Direttivo della FLC si è riunito il 27 e 28 maggio 2015, con una discussione che si è inevitabilmente concentrata sul movimento di lotta in corso contro il DDL Renzi-Gelmini.
La relazione di Pantaleo ha sottolineato in particolare il quadro generale in cui si colloca la lotta contro il DdL scuola. Una fase segnata dalla svolta autoritaria di Renzi (JobAct, italicum, sindacato unico), nel solco della lettera BCE del 2011: riforma PA, buona scuola, smantellamento contrattazione. Una fase segnata dai limiti dell’Europa neoliberista (stagnazione, crescita disuguaglianze, grexit), oltre che dall’emersione di un’alternativa politica di massa (SYRIZA e PODEMOS). Eppure in questa fase, Renzi ed il PD confermano le politiche neoliberiste. Nella scuola si è innescato un movimento di massa, contro queste politiche: lo scontro è sul modello di società. L’impianto del DDL è quindi inaccettabile: aziendalizzazione competitiva, poteri del dirigente, premi fuori da CCNL, precari (con esclusione residui GAE, TFA, 36 mesi, ecc). Non bastano semplici ritocchi: su tutti questi punti, sulla struttura del DdL, serve un cambiamento. Il movimento, il più vasto della storia per la categoria, ha due caratteristiche: unità sindacale e altissimi livelli di spontaneità. Come si prosegue? Al Senato non c’è una maggioranza certa. C’è una possibilità, per quanto esigua, di fermare il DdL. Per questo continuiamo la mobilitazione: flashmob, occupazioni simboliche, i cortei del 5 giugno e lo sciopero degli scrutini. Questo sciopero sarà nel rispetto della legge (non ci sarà un blocco prolungato), ma sarà determinato: non si può star fermi dopo la chiusura delle scuole (8-10 giugno), nel momento decisivo dell’approvazione del DdL. In ogni caso, è importante il sostegno degli studenti, coinvolgere famiglie e cittadinanza, per evitare contrapposizioni. Se poi il DdL sarà approvato, la lotta non si chiude, nel quadro dell’unità sindacale. Riprenderemo a settembre sul rinnovo del CCNL, con tutti i dipendenti pubblici.
Breve commento. L’impianto generale, nell’usuale stile pantaleiano, era anche più avanzato del solito, soprattutto più avanzato del corpo della stessa FLC. Il limite principale della proposta è evidente nella stessa relazione: la contraddizione tra il riferimento al quadro generale (svolta autoritaria del governo Renzi nel quadro dell’applicazione delle politiche della BCE) ed una prospettiva di lotta senza alcun rapporto con questo quadro generale, senza nessuna prospettiva di generalizzazione dello scontro. Emerge cioè chiaramente il problema del rapporto con la confederazione. Volendo evitare ogni contrapposizione con la CGIL, la prospettiva della segreteria FLC è obbligatoriamente connessa all’unità sindacale e, in questo quadro, la strategia di lunga durata è al momento stretta sulla scuola, vaga, vacua e senza gambe concrete.
La discussione. Il dibattito ha visto una certa articolazione.
La sinistra della maggioranza, intorno a DemocraziaeLavoro (intorno perché in FLC non si è mai costituita), intrecciandosi con alcuni settori pantaleiani, ha sottolineato l’impianto irricevibile del DDL, la critica per l’assenza della CGIL, la necessità di costruire una mobilitazione generale al livello dell’attacco del governo (compreso lo sciopero confederale, ora o in prospettiva nell’autunno). Alcuni interventi hanno avanzato anche l’ipotesi di appoggiare la domanda di referendum che sta sorgendo in ampi settori di movimento, nel caso sia approvato il DDL.
La destra FLC non si è contrapposta esplicitamente all’impianto della relazione. Piuttosto, ha voluto negarne l’asse sottolineando la distinzione tra FLC e movimento di lotta. Diversi interventi, infatti, hanno riportato i rischi di esserne cavalcati (perdendo identità e caratterizzazione), la tentazione di alcuni settori FLC di cavalcarlo, la diffusione di parole d’ordine semplificate e ideologiche (contro i dirigenti scolastici, ecc), la presenza di componenti populiste ed antisindacali (enfatizzando influenze ad oggi marginali), l’importanza di ribadire alcuni assi FLC (autonomia, valutazione, valorizzazione), cioè quelli più dialoganti con la riforma (ndr). In questo quadro, si è lamentato l’attacco del movimento ai dirigenti, che quindi hanno votato ANP alle elezioni CSPI (più del 40% voti e due eletti su due).
Il centro ha sottolineato l’importanza di concentrarsi sul qui e ora, sulle mobilitazioni in corso sino all’eventuale approvazione del DDL, rimandando ad un’altra fase le riflessioni e le proposte sulle prospettive della lotta (a quando? NdR). In questo quadro, è stata criticata l’ipotesi di sciopero generale: oggi sarebbe divisivo, rispetto all’importante unità sindacale raggiunta; piuttosto coinvolgiamo la CGIL in riunioni, assemblee e cortei, portiamo il movimento della scuola ed i suoi temi nelle conferenze di organizzazione (??Che vuol dire? Un po’ fuori dal mondo, un po’ fantascienza; ndr); infine sul referendum, sarebbe un arma più pericolosa che utile, perché è difficile coinvolgere la popolazione e vincere (quando poi si andrà a votare).
I nostri interventi. Abbiamo ripreso il quadro generale in cui si colloca il movimento della scuola: la chiusura delle mobilitazioni della CGIL, la proposta confindustriale di moratoria di un anno dei rinnovi CCNL, la prossima ridefinizione di un unico livello contrattuale con pesantissime limitazioni al diritto di sciopero (accordo FIAT). In questo contesto, è un grande movimento di massa: rilanciato non solo con flash mob e cortei, ma con lo sciopero degli scrutini (che è fondamentale). Questo movimento respinge l’impianto della riforma: ritiro del DDL è infatti la sua parola d’ordine principale. Sinora su questo elemento, al di là delle terminologie, la FLC ha tenuto il punto: ne diamo atto. Questa discussione ci offre l’occasione, inoltre, per ripensare autonomia e valutazione, in quanto la FLC non ha mai voluto considerare il loro aspetto competitivo, gerarchizzante, volto a incentivare la disuguaglianza di classe (che è presente in questo DdL; ma anche in molti processi di questi ultimi vent’anni). In questo contesto, però, la scuola è isolata. Per questo si pone oggi il problema della prospettiva: tra due settimane finisce la scuola ed il DDL potrà esser approvato. E’ necessario individuare il terreno di sviluppo delle lotte, altrimenti con l’estate si rischia un vasto ripiegamento di massa. I lavoratori e le lavoratrici si aspettano indicazioni e prospettive: questo è il compito di un sindacato. Per questo si pone la necessità di generalizzare il movimento, a fronte dell’attacco complessivo del governo (impianto autoritario DDL, svolta autoritaria nel paese): per questo è importante chiedere uno sciopero generale ora, contro il governo Renzi, quando si voterà il DdL.
Per questo è necessario individuare il terreno futuro delle lotte, a partire dall’indizione dello sciopero di tutte le funzioni aggiuntive dal primo di settembre. Per questo è importante costruire un ponte per arrivare alle lotte in autunno: in questo senso, una proposta referendaria che inneschi la raccolta firme nel corso dell’estate può esser un ponte, allargando anche il fronte di lotta su un pacchetto complessivo di quesiti (scuola, job act, italicum).
La replica di Pantaleo ha parzialmente riequilibrato la sua relazione. Ha ribadito l’analisi di fase e la valutazione sul governo (svolta autoritaria in corso). Ha ribadito la necessità di prepararsi ad un’ulteriore stretta (contrattazione e diritto di sciopero). Ma nel contempo si è concentrato sul qui e ora: sulla lotta delle prossime settimane, sul movimento della scuola, non su un suo allargamento e sviluppo. In autunno poi vedremo: si potrà allargare la mobilitazione alla Pubblica Amministrazione sul rinnovo CCNL (e quindi non in una dinamica generale, ma limitata ai dipendenti pubblici), contro la riforma Madia, eventualmente contro le deleghe del DDL. Anche le prospettive di sviluppo per la scuola sono state significativamente circoscritte: via giudiziaria (anticostituzionalità), ricorsi sui precari, una petizione di massa (addirittura!!!! Ndr). Cresce l’insofferenza contro il governo, nel paese e magari con il 31 maggio anche nel voto: lavoriamo quindi su un logoramento di lunga durata del governo, senza pensare di forzare su prospettive di scontro generali che sono divisive e poco concretizzabili (questo non l’ha detto, ma è la logica conclusione del discorso. Ndr). Per giustificare ulteriormente questa concentrazione sul settore e sul breve periodo, Pantaleo ha drammatizzato il quadro delle prossime settimane: il rischio di fratture e contrapposizioni con famiglie e studenti (coinvolgere, coinvolgere, coinvolgere; spiegare lo sciopero degli scrutini), l’evocazione di spinte estremiste per un blocco ad oltranza degli scrutini e addirittura degli esami (spinte che a noi non risultano esser in campo. Ndr). In questo quadro, ha esplicitamente sorvolato sul referendum: “cautela”, non è terreno sindacale, individualmente ognuno fa quel che vuole ma come organizzazione non lo possiamo sostenere.
Questo ri-bilanciamento è emerso anche nella risposta alla destra FLC. Da un parte ha sottolineato che non si capisce questo bisogno di ribadire continuamente le nostre proposte su autonomia e valutazione. Cioè da un parte, con toni sprezzanti e confrontativi, ha replicato direttamente alle distinzioni tra FLC e movimento che sono state avanzate in diversi interventi. Dall’altra parte, però, ha esplicitamente rivendicato il convegno sulla valutazione, l’odg congressuale, soprattutto la piattaforma dello scorso gennaio (cioè le posizioni di merito della destra FLC): ad esser sbagliata è la valutazione individuale ed il riconoscimento economico su questa valutazione individuale, non la valutazione e la differenziazione stipendiale in generale, a partire dalla valorizzazione di team (la proposta di premialità collettiva contenuta per la prima volta nell’ultima piattaforma contrattuale, da noi aspramente criticata). In questo quadro, la puntualizzazione sui Dirigenti Scolastici: esiste un forte rischio di corporativizzazione, dobbiamo salvaguardare la componente democratica e confederale di questo settore.
In conclusione, il CD non ha votato alcun ordine del giorno. La segreteria non ha presentato alcun testo, giustificando tale scelta con l’intenzione di non assumere una posizione differenziante nel corso di una mobilitazione unitaria (in realtà probabilmente per evitare discussioni interne alla stessa maggioranza della FLC. Ndr). Noi abbiamo deciso di fare lo stesso, per evitare che un nostro testo ne determinasse uno della maggioranza, nel quale fossero eventualmente mediate o annacquate le posizioni della segreteria su DDL e sciopero scrutini (come detto, più avanzate di quelle del corpo del CD). Tenendo conto che comunque abbiamo sempre assunto pubblicamente le nostre posizioni sulle lotte, sulle prospettive, sullo sciopero generale e sulla stessa FLC (vedi volantini e comunicati sul sito), oltre al fatto che pubblicheremo tra pochi giorni una prossima newsletter dell’Area (confederale), dedicata al movimento della scuola, nella quale ribadiremo come OpposizioneCGILnellaFLC le nostre analisi e le nostre proposte di sviluppo del movimento in corso.

Lascia un commento