Viareggio. Decesso annunciato della sanità pubblica

NO a controriforma, NO all'accorpamento delle ASL Toscane

La Versilia, è il territorio con il tasso di mortalità per tutte le cause e per tumore (anche in età pediatrica) più alto della Toscana. La mortalità prematura (prima dei 65 anni) e la mortalità evitabile sono le più alte della Toscana. In questo territorio ed in questa situazione è da tempo in discussione la sopravvivenza dell’Asl. Adesso siamo allo smantellamento del presidio ospedaliero, che già nel corso degli anni era stato ridimensionato come personale e servizi.
Le ristrutturazioni ed i tagli imposti dai vari governi e dalla regione Toscana, finalizzati non solo a ridurre personale, posti letto, infrastrutture, servizi, medicine, vitto, ma a privatizzare il sistema sanitario, non più  solidaristico ed universale, ma basato su assicurazioni e cliniche private, come negli Usa, hanno ridotto la sanità versiliese in uno stato pietoso.
L’Ospedale unico della Versilia, realizzato 14 anni fa oggi è innegabilmente in dismissione senza clamori, attraverso un atto di svuotamento interno, tagli ai posti letto, al personale e ai reparti in corso da anni. Diversi reparti hanno visto diminuire il numero dei letti; la chirurgia è stata dimezzata, il centro prelievi chiuso; il centro trasfusionale trasferito a Pisa; anatomia patologica è prossima allo spostamento a Carrara; l’attività chirurgica senologica in via di smantellamento verrà accentrata a Massa e Lucca; ritirati i medici e gli infermieri dell’Asl dall’hospice, accolto dal 2013 al San Camillo con 8 posti letto (in mano al privato!). Il numero degli operatori è sempre meno, a causa del blocco del turn-over, della cessazione e del blocco degli incarichi a tempo determinato e ad altre forme di lavoro flessibile.
Ma non basta: poiché  la Corte dei Conti, ad inizio anno, ha rilevato un buco di 3,5 milioni di euro, nonostante ad ottobre la regione avesse dichiarato che era tutto a posto; l’Asl ha dichiarato 80 esuberi tra il personale da porre in prepensionamento. Il personale in “esubero” è stato scelto fra medici, tecnici, amministrativi. Le U.O. più interessate sono quasi tutte, tra queste, la chirurgia, l’anestesia e rianimazione, la radiologia, il laboratorio analisi, il blocco operatorio, anatomia patologica, il materno-infantile. La diminuzione di queste figure professionali comporta non solo tagli agli interventi programmati,
ma compromette prestazioni fondamentali: per es. la terapia del dolore per poter continuare ad offrire un valido aiuto a malati di tumore e non solo, dovrà basarsi sui medici che si sono offerti di lavorare gratis pur di continuare a curare i pazienti come hanno sempre fatto.
Non è ancora finita: è stata assunta dal Direttore Generale Baldacchini, una nuova delibera per il pensionamento di una nuova tranche di personale (infermieri ed OSS stavolta?), così la situazione da critica diverrà drammatica; faremo prima ad elencare i servizi rimasti di quelli tagliati. La sorte del nostro ospedale è apertamente segnata ed indirizzata verso il declassamento ad ospedale di primo livello. Questo prevede soltanto un Pronto soccorso ed un numero limitato di specialità: medicina interna, chirurgia generale, ortopedia, anestesia e rianimazione e servizi di supporto (laboratorio, radiologia, emoteca, ecc.) In pratica rimarrà un grosso Poliambulatorio con i servizi per l’urgenza; le prestazioni erogate saranno di qualità ancora più scadente dell’attuale, perché  diminuendo la quantità diminuisce anche la qualità. I cittadini saranno costretti ad andare a curarsi a Pisa (dove la situazione è già critica), a Massa o a Lucca, dove i posti letto non sono sufficienti nemmeno per i residenti, e con tutto quello che significa per le famiglie che devono fare assistenza.
E’ inconcepibile che i pazienti ed i loro familiari debbano peregrinare per tutto il territorio regionale di 6.596 kmq, più grande della provincia di Roma che conta ben 8 Asl.
Come ciliegina sulla torta, lo scorso mese, sempre il Direttore Generale si è inventato la sanità “Low cost”: ha stipulato un accordo con 6 strutture private che erogheranno esami diagnostici e visite specialistiche a pagamento a tariffe ridotte, con costi inferiori al ticket.
Questa iniziativa, prevista dalla legge regionale del 2013, ufficializza il ricorso al privato, al quale i cittadini sono sempre più costretti a rivolgersi, per evitare i  lunghissimi tempi di attesa del CUP e per risparmiare rispetto ai supertickets introdotti della famigerata delibera 1235 della regione Toscana. Gli utenti, muniti di prescrizione su ricettario SSN, potranno prenotare e pagare  direttamente le prestazioni ambulatoriali a “tariffa sociale” erogate presso le 6 strutture private che hanno dato la loro disponibilità, e che registreranno e referteranno le prestazioni, in modo che gli esami finiscano nella rete dell’Asl, come fossero test interni. Questo è un bel passo avanti verso la completa privatizzazione e la Versilia è la prima Asl toscana a sperimentarla, senza alcun rispetto verso gli utenti costretti a pagare prestazioni che dovrebbero avere gratuitamente, dal momento che il servizio pubblico lo pagano come cittadini con le tasse. E’ ora di farla finita: i lavoratori che sono in trincea sanno come vanno le cose e con gli utenti sono quelli che pagheranno sulla propria pelle queste ”ristrutturazioni” che inesorabilmente sanciscono la privatizzazione della sanità.
Lottiamo insieme per difendere il nostro ospedale e i servizi del nostro territorio, per garantire la sanità come bene comune e collettivo, come sistema solidaristico ed universale.
Mobilitiamoci, partecipiamo il 14 maggio all’incontro con i “lavoratori” presso l’ospedale Versilia del candidato sindaco Poletti insieme al governatore E.Rossi, per far sentire la nostra voce ed il nostro dissenso.

–    Il Sindacato è un’altra cosa – Opposizione Cgil –
–    USB, Unione sindacale di base/pubblico impiego
–    Medicina Democratica – Sezione Viareggio

Viareggio, 13 maggio 2015

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