Conferenza di organizzazione. Bozza del documento
Premessa
Gli effetti devastanti, sotto il profilo sociale ed occupazionale, della grande crisi economica si sommano ai guasti causati negli ultimi vent’anni dalle politiche di precarizzazione del lavoro, di peggioramento delle condizioni sociali e reddituali di gran parte del lavoro dipendente e dei pensionati, di diminuzione delle tutele e dei diritti delle persone.
In questo contesto, per le evidenti implicazioni che hanno le scelte di politica economica e sociale dell’Unione Europea sulle politiche dei singoli Stati nazionali, la CGIL ribadisce il proprio impegno a rafforzare la Confederazione Europea dei Sindacati (CES) e le sue articolazioni di categoria.
Per questo, il rilancio dell’iniziativa unitaria con CISL e UIL è per noi elemento strategico fondamentale per perseguire la riunificazione del mondo del lavoro, a fronte delle politiche divisive messe in atto in questi anni.
In questo quadro, le recenti misure adottate dal Governo, dalla Legge di Stabilità al Jobs Act, non faranno che aumentare il divario fra tutelati e non, riducendo la stessa platea degli inclusi.
La CGIL ha deciso di dare continuità alla propria strategia di contrasto alle misure inique e sbagliate contenute in tali provvedimenti, mettendo in campo un nuovo progetto di contrattazione inclusiva a tutti i livelli.
La proposta di un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori rappresenta un obiettivo centrale di questa strategia, poiché le politiche inclusive non consistono nella riduzione dei diritti per chi li ha, ma nella loro estensione ai tanti soggetti fino ad oggi ai margini delle tutele.
La profonda crisi della rappresentanza, che coinvolge anche il mondo delle imprese, è resa ancora più forte dall’attacco al ruolo ed alle funzioni delle Organizzazioni Sociali.
Questa crisi riguarda anche la CGIL, che deve porsi l’obiettivo di accrescere la propria rappresentatività ed autorevolezza in ragione dei profondi mutamenti del mondo del lavoro.
Con la firma della convenzione con l’Inps, può finalmente entrare in vigore il Testo Unico sulla rappresentanza e rappresentatività siglato con la Confindustria. Assieme all’obiettivo di una sua diffusione in tutti i settori ancora esclusi, la Conferenza di Organizzazione impegna tutte le strutture a realizzare il massimo sforzo per una rapida messa a regime del sistema di misurazione, nel quadro di un rinnovato impegno per estendere, attraverso il tesseramento, la rappresentatività della CGIL.
Per tutte queste ragioni, la Conferenza di Organizzazione deve rappresentare l’occasione per determinare un cambiamento profondo della nostra Organizzazione, che abbia il segno di un rinnovamento liberamente e consapevolmente deciso e non indotto o, peggio ancora, imposto da iniziative altrui o da fatti esterni a noi.
La Conferenza di Organizzazione è chiamata a decidere un cambiamento fondato sulla scelta di rafforzare la nostra democrazia rappresentativa e la partecipazione attiva e consapevole alla vita dell’Organizzazione, privilegiando ogni forma di collegialità di direzione a tutti i livelli, in alternativa alle pratiche personalistiche o plebiscitarie, spesso più rispondenti a bisogni mediatici che di reale coinvolgimento democratico delle iscritte, degli iscritti, delle lavoratrici e dei lavoratori.
Vogliamo superare i limiti di burocratizzazione e verticalizzazione sempre più evidenti nelle dinamiche interne, spostare il baricentro della nostra iniziativa verso il territorio e i luoghi di lavoro, dando più ruolo e potere agli iscritti ed ai delegati, ampliare il coinvolgimento dei rappresentanti dei luoghi di lavoro e degli attivisti pensionati nella scelta dei gruppi dirigenti, snellire le strutture per arricchire il nostro intervento nella contrattazione in azienda, in quella sociale e territoriale e nell’attività di tutela individuale, sperimentare forme innovative di contrattazione inclusiva, investire sempre più nella formazione per accrescere il nostro tratto identitario e le competenze diffuse necessarie a cogliere le sfide nuove che siamo chiamati ad affrontare.
Cambiare per radicarci ancora di più nel territorio, dando più forza e centralità alle nostre Camere del Lavoro, intese come insieme tra Confederazione, Categorie e Sistema delle tutele individuali e quindi come luogo essenziale della confederalità, che è e rimane il tratto identitario che ci dà forza e credibilità.
Vogliamo decidere, insomma, un cambiamento profondo, duraturo, leggibile e trasparente. Un cambiamento che rafforzi il tratto della nostra autonomia, che sempre deve sostanziarsi in un’originale capacità progettuale e propositiva.
Democrazia e partecipazione
• In ogni luogo di lavoro e/o a livello territoriale, l’assemblea degli iscritti e delle iscritte alla CGIL:
• discute e vota la lista dei candidati della CGIL per l’elezione delle RSU e delle RSA;
• discute e vota le proposte della CGIL in merito alla predisposizione delle piattaforme rivendicative.
• La Conferenza di Organizzazione decide la modifica delle attuali previsioni statutarie in merito ai Comitati degli Iscritti, secondo le seguenti indicazioni.
In ogni luogo di lavoro l’assemblea degli iscritti alla CGIL decide, su proposta della segreteria di Categoria di concerto con la CdLT/M:
• se eleggere il Comitato degli Iscritti, che potrà – laddove non già previsto – essere composto anche da componenti delle RSU o delle RSA;
• se eleggere, in alternativa al Comitato degli Iscritti e su proposta della Categoria di concerto con la CdLT/M, uno o più Coordinatori, che potranno anche essere componenti delle RSU o delle RSA;
• Il Comitato degli Iscritti ed il Coordinatore degli Iscritti avranno il compito di:
• organizzare il proselitismo a favore della CGIL;
• promuovere ed organizzare i servizi che la CGIL offre ad iscritti/e non iscritti;
• curare la diffusione di materiali sulle iniziative e le posizioni assunte dalla CGIL e/o dalla Categoria di riferimento;
• indire periodicamente, e comunque almeno due volte all’anno, l’assemblea degli iscritti e delle iscritte alla CGIL;
• curare in modo particolare l’inclusione di tutti i soggetti, a partire dai lavoratori atipici, non subordinati, precari, giovani e migranti.
• È facoltà della Segreteria comprensoriale della Categoria di riferimento, di concerto con la CdLT/M, decidere di procedere all’elezione del Comitato degli Iscritti o del/dei Coordinatore/i della CGIL non a livello aziendale, bensì in appropriati e definiti ambiti territoriali.
• Il Congresso di ogni Centro Regolatore e di ogni CdLT/M provvederà – unitamente all’elezione del Comitato Direttivo – ad eleggere, con le stesse modalità e criteri del Comitato Direttivo, l’Assemblea Generale, in misura non superiore al doppio dei componenti il Comitato Direttivo. L’Assemblea Generale, che sarà composta da almeno il 50% più uno di attivisti/e in produzione e delle Leghe SPI, avrà le seguenti prerogative:
• elezione dei segretari generali e delle segreterie dei Centri Regolatori e delle CdLT/M;
• deliberazioni relative a: mozioni di sfiducia nei confronti del segretario generale o di uno o più componenti di una segreteria di Centro Regolatore o di CdLT/M;
• discussione, approvazione e verifica periodica di attuazione dei piani di lavoro annuali;
• deliberazioni in merito al quadro degli assetti delle Strutture nel territorio;
• per le sole Assemblee Generali confederali: discussione ed approvazione degli accordi interconfederali, in ragione del livello di competenza;
• per le sole Assemblee Generali delle Categorie nazionali: discussione ed approvazione degli Accordi nazionali di Categoria.
Ogni altra prerogativa statutariamente prevista resta in capo al Comitato Direttivo.
La composizione della Assemblea Generale dovrà realizzare un’equilibrata rappresentanza di tutte le Strutture interessate, garantendo comunque una soglia minima per le Strutture più piccole, nonché assicurare una congrua presenza di soggetti rappresentativi dell’insieme del mondo del lavoro e delle professionalità da rappresentare.
• La procedura per l’elezione del Segretario generale e della Segreteria di un Centro Regolatore o di una CdLT/M si articolerà nel seguente modo:
• ascolto dei componenti della Assemblea generale, sulla base del cui esito il/i Centro/i Regolatore/i avanzerà/avanzeranno la proposta nominativa;
• in costanza del patto di solidarietà fra CGIL e Spi la verifica del consenso alla proposta avverrà attraverso un ascolto che coinvolgerà i componenti della platea congressuale che dovrà:
• essere composta per almeno il 50% più uno da delegati e delegate dei luoghi di lavoro e da attivisti/e delle Leghe Spi;
• essere confermata nella sua composizione attraverso l’eventuale ricorso a delegati supplenti.
In eventuali casi diversi, la platea per una verifica larga del consenso relativo alla proposta di segretario generale e della segreteria, verrà definita dal regolamento congressuale.
• Elezione da parte dell’Assemblea Generale del Segretario generale, della Segreteria e/o di singoli componenti di essa.
• Sarà sottoposta al percorso per l’elezione del Segretario generale di Centro Regolatore e/o di una CdLT/M la candidatura avanzata dal/dai Centro/i Regolatore/i, unitamente ad eventuali altre candidature sottoscritte da almeno il 15% dei componenti dell’Assemblea Generale. A parziale modifica della relativa Delibera regolamentare, la candidatura o autocandidatura non proposta dal Centro regolatore o dai Centri Regolatori, ma ammessa secondo i criteri qui sopra descritti, non comporta la decadenza dall’incarico in quel momento ricoperto. La presente norma in materia di candidature viene estesa, per quanto di competenza, a tutte le Strutture della CGIL.
• Anche in ragione di quanto disposto precedentemente, viene definito il numero massimo di componenti dei Comitati Direttivi nelle seguenti misure:
• Strutture fino a 5.000 iscritti/e: 40 componenti
• Strutture fino a 10.000 iscritti/e: 50 componenti
• Strutture da 10.001 a 35.000 iscritti/e: 60 componenti
• Strutture da 35.001 a 80.000 iscritti/e: 70 componenti
• Strutture da 80.001 a 120.000 iscritti/e: 85 componenti
• Strutture da 120.001 a 350.000 iscritti/e: 100 componenti
• Strutture da 350.001 a 600.000 iscritti/e: 115 componenti
• Strutture oltre i 600.001 iscritti/e: 130 componenti
• SPI nazionale: 170 componenti
• CGIL nazionale: 180 componenti
• Anche in ragione delle nuove procedure previste per l’elezione del segretario generale e delle segreterie dei Centri Regolatori, in merito alle modalità di voto, la Conferenza di Organizzazione delibera che:
• Il voto segreto resta obbligatorio nel caso di due o più candidature alternative per il ruolo di Segretario generale o di due o più liste o candidature alternative per l’elezione o l’integrazione della Segreteria;
• nel caso di una sola candidatura a Segretario generale o di una sola lista per l’elezione della Segreteria, è di norma previsto il voto segreto, salvo richiesta di voto palese da parte dei due terzi dei componenti dell’Assemblea Generale.
• Almeno due volte nell’arco di ogni mandato congressuale si terranno le assemblee nazionali o interregionali delle CdLT/M, secondo aggregazioni da definire. Tali assemblee – che non avranno alcuna funzione deliberativa – costituiranno un ulteriore momento di confronto e di condivisione tra le istanze territoriali e la Segreteria confederale sulle scelte compiute e da compiere e sulle scadenze più imminenti.
• Con la conclusione della Conferenza nazionale e sino al prossimo Congresso confederale, per il solo Comitato Direttivo nazionale della CGIL, la Conferenza decide l’avvio di una fase di sperimentazione relativa all’uso delle tecnologie, finalizzata a rendere possibile l’assunzione di decisioni collegiali che richiedano in modo comprovato tempi incompatibili con la convocazione dell’Organismo dirigente. In questo senso la Presidenza del Comitato Direttivo doterà tutti i componenti dello stesso di un indirizzo di PEC che potrà essere utilizzato per:
• esprimere il voto su materie che comportino la necessità di una decisione in tempi tanto rapidi, tali da rendere impraticabile la convocazione del Comitato Direttivo; a tale proposito, il Comitato Direttivo integrerà il proprio regolamento al fine di determinare materie e modalità specifiche di attuazione delle presente previsione;
• deliberare su materie per le quali è richiesto un quorum diverso dalla maggioranza semplice dei presenti;
• fare comunicazioni formali alla Presidenza del Direttivo.
La Conferenza impegna altresì la Segreteria confederale ad approntare nel più breve tempo possibile altri strumenti offerti dalla tecnologia che possano facilitare il confronto e l’assunzione di decisioni in tempi rapidi (es. video conferenze, ecc.)
Territorio e strutture
A premessa del presente capitolo vi sono le norme e le procedure previste dalla Delibera regolamentare avente come oggetto le Strutture in difficoltà economica.
Così come si riconferma l’impegno della Segreteria confederale a monitorare ed intervenire in tema di risorse e loro distribuzione con apposite delibere che di volta in volta saranno poste alla discussione ed al voto del Comitato Direttivo della CGIL.
Il principio generale da cui vogliamo partire è quello della identificazione delle funzioni proprie di ogni Struttura e per ogni livello.
Pertanto:
• Organigramma funzionale: sulla base delle funzioni ad essa assegnate, ogni Struttura deve sottoporre alla discussione ed all’approvazione del proprio Comitato Direttivo il proprio organigramma funzionale e le eventuali modifiche successivamente introdotte, avendo come vincolo il previo consenso del/dei Centro/i regolatore/i. Ne consegue che il personale politico e tecnico dovrà essere strettamente dimensionato per le funzioni assegnate; il personale eventualmente non rientrante nelle funzioni previste dovrà essere impiegato nelle strutture territoriali di categoria, e/o nelle attività di negoziazione sociale territoriale, e/o nel Sistema delle Tutele e dei Servizi, favorendo la politica di rinnovamento dei quadri, ad invarianza di costi per la Struttura cedente e per quella ricevente ed in coerenza con il vigente Regolamento del personale.
• CGIL nazionale
Il Comitato Direttivo delibera in merito all’organigramma funzionale del Centro Confederale.
Con delibera votata dalla maggioranza degli aventi diritto, il Comitato Direttivo attribuisce ai Centri Regolatori le funzioni loro assegnate, ad integrazione dei compiti statutariamente previsti.
• Categorie nazionali
Con delibera votata dalla maggioranza degli aventi diritto, l’Assemblea Generale decide il quadro degli assetti delle proprie Strutture nel territorio, di concerto con i Centri Regolatori regionali.
Il Comitato Direttivo attribuisce alle proprie Strutture regionali e comprensoriali le funzioni loro assegnate, ad integrazione dei compiti statutariamente previsti
• CGIL regionali
Con delibera votata dalla maggioranza degli aventi diritto, l’Assemblea Generale decide l’articolazione territoriale delle CdLT/M.
Il Comitato Direttivo attribuisce alle CdLT/M eventuali funzioni aggiuntive a quelle qui definite e ad integrazione dei compiti statutariamente previsti.
• Camere del Lavoro Territoriali: svolgono cinque funzioni fondamentali:
• coordinamento politico ed organizzativo delle attività della CGIL, delle Categorie e dei servizi nel territorio di competenza;
• proselitismo;
• direzione territoriale dei servizi e delle tutele;
• indirizzo e coordinamento delle politiche contrattuali di secondo livello;
• contrattazione sociale e territoriale.
Spetta al Centro Regolatore regionale assegnare funzioni e compiti aggiuntivi, nei casi delle CdL metropolitane o di CdLT chiamate ad assolvere a compiti ulteriori.
• Camere del Lavoro Metropolitane: sono esclusivamente quelle previste anche a livello istituzionale. Le attuali CdLM non inserite in un’area metropolitana di carattere istituzionale restano semplici CdLT, anche in chiave regolamentare.
• Regionali di Categoria: sono di norma istanze congressuali e si distingueranno in:
Coordinamento, in presenza di funzioni negoziali non complesse. In tale fattispecie è prevista la figura di un Coordinatore regionale, a totale o parziale carico della Struttura regionale, ed un Coordinamento composto da dirigenti delle Strutture territoriali. Conseguentemente, con decisione del Centro Regolatore della Categoria, dovrà essere adeguata la quota di canalizzazione con ristorno delle eventuali quote eccedenti alle Strutture territoriali di Categoria;
Segreteria, in presenza di funzioni negoziali complesse. In tale fattispecie potrà essere prevista:
A. un Segretario generale ed una Segreteria numericamente limitata all’assolvimento delle funzioni assegnate alla Struttura e comunque non eccedente un costo del personale equivalente a 3 persone a tempo pieno, computando l’utilizzo di uno o più distacchi retribuiti al pari del costo di una o più persone assunte e/o in Legge 300;
B. un Segretario generale ed una Segreteria funzionalmente intrecciati con il capoluogo regionale o col comprensorio più rappresentativo della Categoria
La scelta tra Coordinamento e Segreteria è decisa, a maggioranza degli aventi diritto, dal Comitato Direttivo del Centro Regolatore di Categoria, previo parere favorevole del Centro Regolatore Confederale nazionale.
• Articolazione territoriale delle categorie: obiettivo di tutte le categorie è quello di essere parte attiva ed integrante delle CdLT/M. Laddove ricorrano le previsioni di non sostenibilità di Strutture territoriali di categoria sia per l’espletamento del percorso previsto dalla specifica delibera regolamentare, sia per insufficienza strutturale permanente della forza organizzata in un territorio, i Centri Regolatori competenti dovranno intervenire scegliendo, di concerto con la/e CdLT/M interessata/e, l’accorpamento funzionale con una sola altra categoria del medesimo territorio, secondo i seguenti criteri a valere per tutto il territorio nazionale:
▪ accorpamenti possibili:
• FIOM con: FILCTEM – SLC – FILT
• FILCTEM con: FIOM – FILLEA – FLAI
• FLAI con: FILCAMS – FILCTEM
• SLC con: FIOM – FISAC – FILCAMS – FLC – FILT
• FILLEA con: FILCTEM – FILT
• FILT con: FILLEA – FIOM – SLC
• FISAC con: SLC – FP – FILCAMS
• FILCAMS con: FLAI – FISAC – SLC – FP – FLC
• FP con: FLC – FILCAMS – FISAC
• FLC con: FP – FILCAMS – SLC
• eventuali accorpamenti funzionali qui non previsti potranno essere decisi dai due Centri Regolatori competenti, previo consenso del Centro Confederale;
• analogamente si procederà nel caso di accorpamenti funzionali tra una Categoria e Nidil.
In alternativa, il Centro Regolatore della Categoria deciderà, previa informazione del Centro Regolatore confederale e delle CdLT competenti, l’accorpamento funzionale con altro o altri comprensorio/i della medesima categoria, nel rispetto dei seguenti criteri a valere per tutto il territorio nazionale:
• mantenimento dell’istanza congressuale in tutti i territori e garanzia di un numero congruo di permanenze plurisettimanali in tutti i comprensori
• mobilità degli apparati nell’ambito dei nuovi confini territoriali e, nel contempo, definizione di precise responsabilità a livello dei singoli ambiti territoriali per quanto riguarda la gestione della contrattazione in singole unità locali e/o comparti.
In entrambe le tipologie, deve essere vincolante il fatto che l’accorpamento porti ad un effettivo risparmio nei costi e/o una razionalizzazione nell’uso delle risorse, al fine di realizzare e consolidare nel tempo la sostenibilità della struttura.
• Attribuzione dei settori merceologici
La Conferenza di Organizzazione dà mandato alla Segreteria della CGIL di proporre al Comitato Direttivo la costituzione di un gruppo di lavoro che verifichi la possibilità di una diversa afferenza dei settori merceologici alle singole Federazioni di Categoria, al fine di garantire una maggiore efficienza organizzativa ed una più efficace ed inclusiva azione di rappre-sentanza nell’ottica dell’unificazione delle reti e della ricomposizione delle filiere produttive.
Il gruppo di lavoro elaborerà una proposta che sarà consegnata alla discussione ed alle decisioni del prossimo Congresso ai sensi e per gli effetti dell’art. 11 dello Statuto della CGIL.
• Integrazione sulla regola del doppio mandato
• Nel caso di un Segretario generale di Categoria territoriale eletto a scavalco nella Segreteria della propria CdLT, il computo degli anni di mandato confederale viene ridotto del 50%. Tale norma ha valore retroattivo a far data dal 1 gennaio 2011 per i soli mandati in essere.
• Nel caso di accorpamento funzionale tra due Categorie del medesimo comprensorio oppure tra più Comprensori della stessa Categoria nel medesimo ambito regionale oppure tra la Struttura regionale e quella di un comprensorio della Categoria, con l’elezione di un unico Segretario generale, qualora il mandato dello stesso Segretario generale relativo ad una delle Strutture interessate giunga al termine degli otto anni, esso si intende prorogato sino ad un massimo di 4 anni.
Profilo identitario e formazione sindacale
Un’Organizzazione che vogliamo più democratica, più partecipata e più radicata sul territorio ha la necessità di connotare il proprio profilo identitario, a maggior ragione se intende maggiormente includere delegati, attivisti ed iscritti, devolvendo loro nuove funzioni e nuovi poteri.
Un forte profilo identitario significa il riconoscersi collettivamente nei valori fondativi della CGIL, sentirsi partecipi delle scelte fondamentali di indirizzo, condividere cultura organizzativa, buone pratiche e linguaggi comuni.
Tutto ciò in una concezione dinamica, perché il profilo identitario della CGIL deve necessariamente fare i conti con il mutare dei tempi e delle dinamiche, con le stesse ragioni motivazionali dell’adesione all’Organizzazione e della militanza in essa, ma che non può, tuttavia, rinunciare alla contrattazione quale strumento fondamentale del suo agire in rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori.
Per questo la Conferenza di Organizzazione indica nell’attività di formazione sindacale di delegati/e e attivisti/e pensionati/e e di aggiornamento degli apparati a tempo pieno e dei gruppi dirigenti una scelta strategica che deve sempre più innervare la nostra politica organizzativa e dei quadri. Anche in riferimento al modello di rappresentanza e rappresentatività contenuto nel Testo unico sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 , particolare attenzione andrà posta alla formazione delle RSU. Infatti la dimensione e la complessità del nuovo progetto di contrattazione inclusiva impone un significativo investimento formativo, dedicato ai soggetti della contrattazione, dalle strutture sindacali ai delegati nei luoghi di lavoro.
Formazione ed aggiornamento non possono più essere scelte opzionali, spesso dettate dal caso o dalla disponibilità o meno di risorse economiche o di tempo. In questo senso le attività di formazione dovranno essere caratterizzate dai seguenti elementi:
• intenzionalità per superare la frammentarietà e nello stesso tempo per costruire un progetto collettivo, rafforzando i valori condivisi;
• programmazione per costruire occasioni formative strutturate e stabili e affrontare le complessità di questa fase storica, sociale e economica;
• innovazione nelle formule e nelle modalità.
Per queste ragioni, la Conferenza di Organizzazione decide:
Piano annuale della formazione e dell’aggiornamento e coordinamento nazionale della formazione sindacale
. Il Comitato Direttivo nazionale della CGIL approverà annualmente il “Piano della formazione e dell’aggiornamento” che sarà predisposto dalla Segreteria confederale, attraverso un investimento costante di persone e mezzi dedicati alla costruzione ed al mantenimento di una vera e propria rete della formazione sindacale e dell’aggiornamento delle conoscenze e delle competenze, valorizzando le comunità dei formatori già oggi esistenti, le esperienze in atto su questi temi a livello delle Categorie e delle istanze territoriali e regionali.
. Il Comitato Direttivo nazionale della CGIL eleggerà, entro tre mesi dal termine del Congresso confederale, il Coordinamento nazionale della Formazione sindacale, che avrà anche il compito di essere punto di coordinamento e di integrazione tra le attività formative confederali e quelle categoriali.
. Viene creato un Fondo nazionale atto a garantire la fruibilità della formazione e dell’aggiornamento da parte di tutte le Strutture e di tutti i delegati e/o dirigenti a tempo pieno, superando così anche le disomogeneità territoriali. Il Fondo sarà finanziato da apposita posta del bilancio del Centro Confederale integrata da una quota proporzionata agli iscritti che sarà definita con tutti i Centri Regolatori. Una apposita Commissione garantirà un uso trasparente e condiviso di dette risorse. Compito del dipartimento organizzazione nazionale sarà il controllo delle opportunità formative finanziate attraverso i fondi europei e il coordinamento nella presentazione dei progetti.
. La Fondazione Di Vittorio, quale unico Centro Studi confederale nazionale, avrà il compito, di coordinare, razionalizzare l’attività di analoghi Enti e/o Strutture esistenti nel territorio, promuovendone la messa in rete ed i necessari processi di razionalizzazione. Alla sezione di lavoro sulla formazione sindacale della Fondazione saranno affidate specifiche attività di formazione, oltre che il supporto alla segreteria nazionale e alle attività formative europee in rapporto con l’ETUI (Istituto di Formazione e Ricerca della CES).
. Attività formative
. Il “Piano della formazione e dell’aggiornamento” verrà elaborato dopo una ricognizione dei bisogni formativi e definirà corsi, la cui frequenza sarà obbligatoria per tutti coloro che entreranno a qualsiasi titolo a far parte dell’Apparato politico confederale e/o di categoria a qualsiasi livello, per dirigenti della CGIL con particolare attenzione alla formazione ed aggiornamento dei Segretari generali e dei componenti delle Segreterie delle CdLT, ivi compresa una specifica formazione sulle materie inerenti la formazione e gestione dei bilanci. Inoltre il piano dovrà prevedere corsi di base riservati a tutti i delegati ed attivisti di prima nomina, con attenzione alla dimensione e alle tematiche europee, nonché l’effettuazione – in forma sperimentale – di ulteriori moduli riservati ai più giovani, prevedendo anche la possibilità di stage formativi e scambi territoriali.
.
. Per una contrattazione inclusiva
. La contrattazione inclusiva non rappresenta una variante secondaria della contrattazione, ma ne costituisce la nuova impronta, un asse lungo il quale ridefinire gli assetti contrattuali, anche alla luce di una lettura aggiornata dei sistemi produttivi, pubblici e privati; ed il rapporto fra i diversi livelli contrattuali, dei quali la stessa contrattazione territoriale e sociale costituiscono sempre più terreni complementari all’azione di tutela nei luoghi di lavoro.
Contratti
Le piattaforme per il rinnovo dei CCNL debbono puntare ad acquisire la regolazione delle forme atipiche, introducendo vincoli su: lavoro a chiamata, voucher, equo compenso ed estensione di alcuni diritti fondamentali.
Contrattazione di secondo livello
Le piattaforme per la contrattazione di secondo livello dovranno:
• assumere come vincolo di rivendicare – laddove assenti – diritti di informazione sugli appalti e l’introduzione della clausola sociale;
• essere verificate con i lavoratori e le lavoratrici non subordinati che lavorano per l’impresa, realizzando forme di consultazione ed assumendo almeno l’obiettivo dell’equo compenso.
Contrattazione di sito
Occorre realizzare concrete sperimentazioni per una contrattazione inclusiva, in grado di riunificare soggetti e diritti, condivisa e partecipata dalle categorie di volta in volta interessate, nel quadro di un efficace coordinamento confederale. Tali sperimentazioni possono essere avviate in particolari ambiti ove s’impongono forme confederalmente coordinate d’intervento ed azione negoziale, che potranno essere via, via specificate con il concorso attivo delle categorie coinvolte.
La Conferenza di Organizzazione propone di individuare quali primi terreni sperimentali gli aeroporti, le aree portuali, i centri commerciali, i plessi ospedalieri, i cantieri delle grandi opere, i siti culturali, con l’obiettivo di individuare ambiti negoziali comuni alle varie categorie e coordinati dalla confederazione territoriale.
Tali sperimentazioni -comprensive della contrattazione di filiera – che dovranno interessare in modo coordinato tutti gli ambiti regionali – dovranno essere definite in concomitanza con l’impostazione della nuova stagione contrattuale e non oltre un mese dallo svolgimento della Conferenza di Organizzazione, con le categorie e le strutture confederali interessate, secondo i seguenti criteri:
• istituzione di un coordinamento permanente di sito tra la Confederazione e le Categorie interessate;
• individuazione di un punto di aggregazione politica ed organizzativa permanente – nel o nei pressi del sito ove si svolge la sperimentazione – anche con l’obiettivo di promuovere la fruizione dei servizi offerti dalla CGIL. Tale riferimento politico – organizzativo avrà un carattere confederale e vedrà l’attivo coinvolgimento delle delegate e dei delegati della CGIL;
• le Categorie opereranno, attraverso un opportuno coordinamento confederale, per definire una parte rivendicativa comune in occasione della presentazione delle piattaforme per la contrattazione di secondo livello;
• potranno essere oggetto di rivendicazione comune alcune materie, tra le quali:
# diritti d’informazione
# regole su appalti e clausole sociali
# politiche degli orari e dei tempi di lavoro
# prevenzione e sicurezza
# diritti sindacali per chi non ha una propria rappresentanza
# forme di welfare inclusivo
# formazione e riqualificazione
# lavoratori non subordinati;
• qualora si ottenga un tavolo comune di negoziazione, la delegazione della CGIL comprenderà tutte le Categorie interessate e sarà coordinata dalla Confederazione.
Appalti
Presso ogni CdLT è costituito un Coordinamento per un intervento integrato sugli appalti.
Tale Coordinamento è composto dalla Confederazione e da tutte le Categorie interessate e dal Sistema delle Tutele e dei Servizi.
In particolare il Coordinamento dovrà:
• monitorare lo svolgimento delle gare di appalto sotto il profilo della legalità, del rispetto delle clausole sociali, della continuità occupazionale e della correttezza dei rapporti di lavoro;
• promuovere atti negoziali comuni tra le Categorie interessate su materie quali:
• diritti d’informazione
• prevenzione e sicurezza
• politiche degli orari
• diritti sindacali per chi non ha una propria rappresentanza
• forme di welfare contrattuale
• formazione e riqualificazione
• lavoratori non subordinati;
• verificare le condizioni contrattuali ed il rispetto di esse.
Dal piano del lavoro nuovi obiettivi di sviluppo
Contrattare al tempo della crisi comporta mettere in atto una forte iniziativa sullo sviluppo del Paese, tema del tutto assente nel dibattito politico nazionale.
La CGIL, con la proposta del Piano per il lavoro, ha definito una NUOVA prospettiva di sviluppo e di crescita occupazionale per il Paese.
Di quella elaborazione occorre mettere in campo nel breve termine alcune proposte, che indichino le priorità, ove orientare nuovi investimenti, pubblici e privati, assumendo la scelta discriminante di politiche ad alto contenuto innovativo, L’innovazione deve costituire una criterio trasversale per ogni settore dell’economia e della stessa amministrazione pubblica.
L’Italia, nel confermare la proprio vocazione verso un manifatturiero fortemente innovativo, ad avanzato contenuto tecnologico, deve guardare ad un nuovo modello di sviluppo sostenibile che declini il valore aggiunto del made in Italy, anche in settori legati alle produzioni della terra, con particolare riferimento alle ricadute sulle politiche dell’alimentazione; ai servizi alla persona, in un Paese che vede progressivamente aumentare l’aspettativa di vita; all’economia della cultura, collegata alle grandi potenzialità del turismo. Così come, le emergenze legate alla meteorologia, che hanno riproposto con forza la priorità della manutenzione ambientale, settore nel quale sarebbe opportuno immaginare un “piano Marshall”, con forti ricadute occupazionali.
Nidil – Alte professionalità – Quadri
La Conferenza decide l’avvio di un percorso di ridefinizione delle funzioni relative al lavoro atipico ed alle alte professionalità, al fine di rafforzare la capacità di rappresentanza, contrattazione e tutela di queste categorie di lavoratrici e lavoratori. Tale processo, che non mette in discussione le attuali prerogative contrattuali, coinvolgerà Nidil, la Consulta delle Professioni e Agenquadri, con l’obiettivo di semplificare e rendere più efficace l’articolazione organizzativa, attraverso un percorso di integrazione, da intendersi non come somma algebrica delle attuali strutture e delle loro competenze, bensì come processo generativo di un nuovo soggetto. Le competenze del nuovo soggetto, che dovrà supportare l’azione confederale e settoriale, saranno il risultato di una redistribuzione delle funzioni attuali di Nidil, Consulta delle Professioni e Agenquadri. Questo percorso coinvolgerà anche i territori e le categorie. A questo fine, in occasione della Conferenza nazionale, la Segreteria Confederale proporrà un piano dettagliato sul tema.
Bilateralità
La crisi in atto rafforzerà la spinta ad assegnare compiti alla bilateralità, anche oltre quanto negli anni passati si era tentato.
Enti e fondi sono alimentati da contribuzioni che, a loro volta, costituiscono salario differito. Per questo, la nuova stagione contrattuale deve intervenire a due livelli dell’esperienza in corso: la gestione ed il contenuto delle prestazioni.
In ordine alla gestione si tratta di estendere i criteri della massima trasparenza e del massimo rigore nella gestione di enti e fondi, ivi compreso il problema della separazione delle funzioni e, conseguentemente delle incompatibilità, così come già definito nell’accordo Confederale del settore terziario.
Per quanto riguarda le prestazioni, quelle erogate dagli enti bilaterali debbono sempre più essere coerenti con gli scopi costitutivi, qualificando gli interventi a sostegno dell’occupazione, della sua qualificazione e delle condizioni di sicurezza.
Relativamente al welfare contrattuale, diventa sempre più urgente attivare una riorganizzazione del sistema esistente, per favorire processi di razionalizzazione e semplificazione, sia in relazione ai necessari equilibri finanziari, che alla salvaguardia del principio universalistico nella tutela dei diritti sociali, a partire dal diritto alla tutela della salute.
Contrattazione sociale territoriale
La Conferenza di Organizzazione ritiene fondamentale rilanciare e rafforzare l’iniziativa della CGIL e di tutte le categorie in tema di contrattazione sociale e territoriale, in coerenza con le conclusioni del XVII Congresso della CGIL.
La contrattazione sociale e territoriale assume un ruolo importante di forte integrazione alla contrattazione aziendale e territoriale di secondo livello, è la nuova frontiera del sindacalismo confederale, in grado di allargare e coniugare tutela dei diritti di cittadinanza con quelli del lavoro, come dimostra la feconda esperienza di questi anni maturata soprattutto grazie all’apporto e all’impegno dello Spi, in coerenza con quanto disposto dall’art. 12 dello Statuto della CGIL.
In tale contesto, questo livello di contrattazione avrà come oggetto la condizione sociale delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e pensionati, delle giovani e dei giovani.
Pertanto la piattaforma e di conseguenza le intese saranno lo strumento di sintesi dei bisogni delle persone, delle loro diverse problematiche, del loro sentire.
Contrattare socialmente è appropriarsi del territorio, come indichiamo con il Piano del Lavoro, significa contribuire attivamente alle scelte che vengono fatte e che tali scelte abbiano al centro criteri di giustizia e di eguaglianza.
Modalità: la contrattazione sociale territoriale deve vedere il coinvolgimento di tutte le Strutture, confederali e di categoria, attraverso l’elaborazione di vere e proprie piattaforme;
Materie: la contrattazione sociale territoriale dovrà trattare i molteplici aspetti dello sviluppo e dell’insieme della condizione sociale delle lavoratrici, dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, delle giovani e dei giovani.
Particolare attenzione dovrà essere posta agli ambiti dove incrociare l’attuazione del welfare contrattuale con politiche di difesa, rafforzamento e rilancio del welfare di cittadinanza.
• Compiti degli Organismi e validazione democratica
• Il Comitato Direttivo regionale e quelli di ogni CdLT/M definirà, ovunque possibile insieme a CISL e UIL, documenti d’indirizzo per la contrattazione sociale territoriale, che sarà discusso e votato ovunque possibile dalle assemblee dei luoghi di lavoro e delle Leghe dello SPI e comunque dalla Assemblea generale della CdLT/M;
• i singoli accordi saranno discussi da specifiche assemblee degli iscritti e delle iscritte residenti nel comune o nell’ambito territoriale interessato.
• Partecipazione di altri soggetti alla attività negoziale: rispettivamente per ciò che riguarda i temi dei diritti dei consumatori e degli utenti, del volontariato, del diritto alla casa e dei giovani, dovranno essere definite a livello territoriale modalità atte al coinvolgimento di Federconsumatori, Sunia, Auser e Organizzazioni degli studenti.
Roma, 7 aprile 2015

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