Tra Marino e i vigili

Artiolo di F.Paoloni e A.Morgia - Tra Marino e i vigili, noi sappiamo da quale parte stare.

E’ in atto un conflitto tra il Sindaco Marino, il vicesindaco Nieri e tutta la maggioranza di centrosinistra, da un lato e i 24.000 dipendenti capitolini, dall’altro.
Questo conflitto riguarda il Contratto decentrato, l’organizzazione del lavoro, il salario, i diritti, la flessibilità e la qualità dei servizi per i cittadini, un conflitto che va avanti ormai da circa un anno.
Questo è l’assunto da cui bisogna partire per comprendere meglio cosa sta accadendo, al di là delle narrazioni giornalistiche, per comprendere a pieno la partita in atto, una partita che costringe i giocatori a schierarsi.
Una partita nella quale sono intervenuti anche il presidente del consiglio Renzi e la ministra Madia per portare acqua alle loro politiche di austerità.
Un intervento che doveva distogliere tutti dal tentativo del presidente del consiglio intento negli ultimi giorni dell’anno a immaginare come depenalizzare l’evasione fiscale sotto il 3%, tra i beneficiari Berlusconi, ma non solo, dimenticando invece di come l’82% dell’IRPEF sia pagata da lavoratori dipendenti e pensionati.
Serviva sopra tutto a far dimenticare l’impietoso bilancio del semestre europeo da lui guidato, all’inizio del quale preannunciava la rottamazione dell’austerità: il PIL, nel DEF di aprile, era previsto crescente allo 0.8% quest’anno e allo 1.3% nel 2015; gli investimenti al 2% e al 3% nel 2015; i prezzi allo 0,9% quest’ anno e all’ 1,2% nel 2015; il tasso di disoccupazione era previsto al 12,8% quest’anno e al 12,5% nel 2015. E invece? Il capodanno 2015 ci ha risvegliati con una crescita acquisita del PIL negativa pari a -0,4%, registrando 13 trimestri consecutivi in crescita negativa (la recessione più lunga della storia); gli investimenti privati crollati per un -2,1% nel 2014; il tasso di disoccupazione a raggiunto il record del 13,2%; i consumi sono praticamente fermi, contrariamente alla crescita prevista ad Aprile di quasi un punto  percentuale; i prezzi sono diminuiti a Novembre di -0,2%, ossia in piene deflazione.
Un disastro al quale il governo, alla vigilia di Natale, aggiungeva la piena licenziabilità dei lavoratori con il job act.
Una ministra Madia, anche lei intenta a sostenere politiche di austerità, che mentre nega il rinnovo del contratto nazionale per i dipendenti pubblici, perché questo avrebbe un costo pari a 2 miliardi l’anno, non dimentica, lei ed il suo governo, di portare altri 7,5 miliardi alle banche, attraverso la rivalutazione delle quote di Banca d’Italia.
Le politiche di austerità della troika, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea, impongono per l’ennesima volta privatizzazioni, riforme delle pensioni e del mercato del lavoro. Il governo italiano condivide ed esegue.
E’ in questo contesto che si ascrivono anche le scelte politiche del sindaco Marino che prevedono, con il sostegno degli assessori a lui più vicini, al bilancio e al personale, Scozzese e Nieri, privatizzazioni delle Municipalizzate, come previsto dal nuovo bilancio e riduzione del salario accessorio con aumento delle ore lavorate. (come nel settore scolastico, con la conseguente perdita di posti di lavoro per le precarie, impegnate da anni al servizio della collettività).
Questo percorso ha subito un rallentamento grazie alle lotte e alle mobilitazioni delle lavoratrici e lavoratori capitolini e per l’inchiesta Mafia Capitale che ha investito anche questa maggioranza di centro sinistra. Come dimenticare i finanziamenti presi da diversi candidati del centro sinistra, avuti da Buzzi e la sua cricca fasciomafiosa in campagna letterale e mai restituiti ai cittadini romani? Forse Marino e Nieri pensavano, come i loro colleghi di centro destra che una cooperativa finanziasse il loro progetto politico per adesione intellettuale o si sarebbero dovuti porre il problema della provenienza di quei fondi da parte di un soggetto che riceve appalti dalla amministrazione?
Forse il sindaco venuto da fuori ha subito imparato la lezione dell’imperatore Vespasiano che di fronte alla titubanza del figlio Tito, di voler mettere una tassa sull’urina raccolta nelle latrine rispose facendo odorare il denaro ottenuto; pecunia non olet, cosi come i soldi da loro avuti non avevano più l’odore del lerdume fasciomafioso di cui avevano provenienza.
Non sarebbe più efficace, per combattere la corruzione, che chi amministra questa città, rifiuti finanziamenti da questi loschi figuri, piuttosto che concentrarsi sulla rotazione di 6000 Funzionari ed Agenti di Polizia Locale?
A Marino e a Renzi e a tutto il centro sinistra, dal PD a SEL, serviva uno strumento per nascondere lo scempio della corruzione, per continuare ad applicare politiche di austerità e rilanciare la palla nel campo avversario. Quale migliore occasione che tirare bordate contro i lavoratori della Polizia Locale e di tutto il pubblico impiego, con l’aiuto e il sostegno della stampa di regime.
Capodanno 2014: Roma.
Pietra dello scandalo: pochi vigili urbani ad assicurare la viabilità sulle strade del centro e della periferia di Roma, durante i festeggiamenti per l’ultimo dell’anno.
Cerchiamo di fare chiarezza sul perché gli agenti fossero così pochi:
1)  L’amministrazione capitolina ha basato l’organizzazione e la tenuta di uno spettacolo per il quale erano previste circa 600000 persone, su un numero limitato di personale (quello in servizio nei giorni di ferie) che avrebbe dovuto aderire, dopo aver svolto il suo turno in ordinario, ad un “modulo” straordinario per garantire la riuscita dell’evento. E’ vero, ogni anno il Capodanno si è svolto così, ma è pur vero che quest’anno la tensione di carattere sindacale che si avverte tra lavoratori e Sindaco, da un lato, e tra colleghi e il Comandante della Polizia Locale di Roma dall’altro è altissima. Di conseguenza i vigili hanno liberamente scelto di non aderire (alla data del 23/12) ad una forma di lavoro volontario, qual è lo straordinario!
2) Ed ecco il patatrac per l’amministrazione che si è trovata a gestire un evento del genere, in una città come Roma, senza avere il personale necessario. Quindi cosa ha deciso di fare, insieme al Comandante Clemente? Di stravolgere gli orari a tutte quelle lavoratrici/ori che erano di turno il 31/12/14 o il 01/01/2015. Il 50% del personale che avrebbe dovuto lavorare il 31 (mattina o pomeriggio) comandati con orario 16.48/24.00 e il 50% in servizio il 1° Gennaio in turno dalle 22.48/06.00. E solo con 48 ore di preavviso. Tutto legittimo con il nuovo Contratto Decentrato Unilaterale, a partire dal 01/01/2015
3) Nel frattempo i sindacati avevano indetto un’assemblea delle lavoratrici e lavoratori della PL di Roma con orario 21/24 – 24/03, ma anche per quella nulla di fatto: la Commissione di Garanzia sugli Scioperi la boccia e i sindacati la ritirano per non far gravare sui lavoratori provvedimenti disciplinari o penali.
4) Tutto questo ovviamente dopo mesi in cui i dipendenti capitolini sono stati portati all’esasperazione da un Contratto Decentrato Unilaterale, cioè firmato solo dalla parte datoriale, la notte del 31/07/2014, e fatto approvare in tutta fretta dalla Giunta Comunale il 01/08/2014, con il quale si prevede per tutti e 24000 dipendenti capitolini il pagamento di una parte rilevante dello stipendio percepito ad oggi, (dai 300 ai 500 euro) in funzione di una produttività di sistema che si può tradurre in taglio degli stipendi, in aumento di orari di lavoro, di carichi di lavoro, in aumento di disponibilità del tempo individuale sacrificato al datore di lavoro che per i vigili si traduce in cambio di orario di servizio con un preavviso di appena 48 ore (come per Capodanno).
5) Ma non finisce qui: per la categoria della PL l’attacco non si è limitato al contratto, ma il Comandante del Corpo ha dato l’affondo, con un provvedimento di trasferimento di tutti i vigili dai propri posti di servizio in altri Gruppi Territoriali, a partire dai Funzionari per poi giungere fino ai semplici Istruttori. Tutto questo “rivisitando” la legge sulla corruzione e con il beneplacito del Garante Nazionale per l”Anticorruzione, Cantone
6) Infine la proposta di riorganizzazione del Corpo Di Polizia Locale di Roma Capitale in versione Clemente che dovrebbe vedere l’abbandono dei presidi municipali, la divisione della città in sei macroaree, la chiusura delle Centrali Radio di Municipio e l’istituzione di un’unica centrale operativa, stile, Polizia di Stato, che però non risponde affatto al diverso ruolo che i vigili svolgono sul territorio capitolino rispetto alla PS.
Il 29/12 le lavoratrici e i lavoratori della PL si sono visti spiazzati, alle 14.00 chi era in servizio si è visto modificato il proprio turno del 31/12 e del 1/01, tramite estrazione, senza tenere conto di carichi familiari, problemi personali, cari da accudire. Tutte le, seppur deboli iniziative messe in atto dai sindacati fino a quel momento, inutilizzabili.
La risposta è stata sicuramente disperata, poco ponderata, forse inutile se non pure dannosa. Ma è stata la risposta di lavoratori e lavoratrici cui erano state spuntate tutte le armi di lotta dalla controparte innanzitutto, ma anche dal sindacato che si è fatto trascinare in mesi di tira e molla da parte del Comune di Roma, incapace di ascoltare fino in fondo il livello di frustrazione nel quale versavano i lavoratori.
Questo conflitto, ormai all’apice, necessita uno schieramento chiaro, e non possono essere commessi errori gravissimi come quello della Segretaria Nazionale della CGIL Funzione Pubblica, che nell’immediato, attraverso uno stupido tweet, ha provveduto a condannare i lavoratori, senza nemmeno approfondire la questione, passando così nel campo avversario.
Comportamento ancora più stolto se si tiene conto che l’organizzazione sindacale non è stata in grado di dare uno sbocco alla voglia di mobilitazione dei lavoratori che in prima persona ed in un momento di crisi hanno scelto di rinunciare al lavoro straordinario per una causa comune. Una scelta controcorrente di fronte al proliferare dell’individualismo, scegliere di rinunciarvi è stata per ogni singolo una grave perdita per se stesso, ma un vantaggio per la vertenza dei 24.000.
Per questo è necessario ristabilire la determinazione della CGIL tutta, di stare al fianco dei lavoratori e della loro vertenza e per questo è necessaria la proclamazione di uno sciopero che metta insieme tutte le categorie interessate dalla gestione Marino, dipendenti comunali, lavoratori delle partecipate e degli appalti, perché i lavoratori non hanno bisogno di questo sindaco, né di questa politica che taglia salari e diritti.

Francesca Paoloni     Direttivo Regionale FP CGIL (polizia locale)
Armando Morgia     RSU CGIL Roma Capitale

2 Commenti su Tra Marino e i vigili

  1. Le dinamiche interne al corpo in tema di sindacato mi sono ignote, ma una cosa credo di averla capita: i numeri sulle assenze propalati in questi giorni sono fasulli. Trattandosi di propaganda interessata e raffazzonata, c’è poco da aggiungere: chi ci governa ci crede scemi.

  2. ottimo articolo grazie!!!!

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