Lettera a Maulucci e Rinaldini
Dire che permangono differenze sostanziali con la attuale maggioranza e nel contempo spiegare le ragioni di un congresso unitario a tesi (che molto probabilmente finirà con una maggioranza che confermerà le tesi originarie) senza dire che se non venissero accolte le proposte di modifica, almeno si voterebbe contro il documento conclusivo costituendo una minoranza intenzionata a fare una costante opposizione, mi sembra debole, poco motivante e strumentalizzabile dai soliti furbetti che costituiscono minoranze di “cartone” utili solo a mantenersi una quota di postazioni negli apparati. Vi prego di non rispondermi che il risultato ancora non è conosciuto, che il congresso non si sà ancora come finirà. Meglio che se pensate di rispondere questo non mi rispondiate (ammesso che vi venga mai in mente di farlo).
Si sarebbe potuto pensare di fare un congresso unitario con un unico documento “aperto” se ci fosse stata una condivisione di fondo almeno sulla natura del sindacato, sulla strategia e sullle urgenze. A quel punto le diverse ipotesi sarebbero state solo importanti articolazioni di una medesima proposta complessiva e, come è giusto, sarebbero state le iscritte e gli iscritti a determinare l’ipotesi più condivisa. Nessuno avrebbe ragionevolmente potuto mettere in discussione il risultato, qualunque fosse stato, perché tutti comunque si sarebbero ritrovati sui principi fondamentali.
Invece le tesi contrapposte che sostenete (o gli emendamenti, come li chiamate voi) si configurano, come mi sembra diciate anche voi, in antitesi rispetto al documento approvato dalla maggioranza sia rispetto al ruolo del sindacato che alla sua organizzazione interna (reddito minimo e rappresentanza) sia agli obiettivi (pensioni e contrattazione).
D’altra parte le vostre parole sembrano chiare: “…quando lo stesso sindacalismo confederale sembra più arroccato nella difesa burocratica dell’esistente piuttosto che riposizionarsi e riorganizzarsi su chi lavora, su chi ha perso il lavoro, su chi non l’ha mai conquistato”; “E’ nell’articolazione di questioni fondamentali che pensiamo di verificare il consenso delle battaglie che intendiamo fare. Per questa ragione sosteniamo alcuni emendamenti che aggrediscono nodi di fondo e individuano soluzioni differenti”; “l’emendamento sulle pensioni intende cambiare i guasti della riforma Fornero e richiamare la CGIL a svolgere un’opposizione e un’inversione di rotta, recuperando così l’irrilevanza della nostra protesta al momento dell’approvazione della riforma”; ” rimanere fermi e uguali a se stessi, sequestrando in poche mani il potere decisionale delle scelte non ci salva, semplicemente ci mummifica e dunque ci rende incapaci di rappresentare davvero le istanze di lavoratori, giovani, precari e pensionati. Sono proprio le grandi difficoltà della fase a rendere urgente la nostra riorganizzazione interna verso una CGIL più rappresentativa, forte, trasparente e inclusiva, aperta alla discussione e al confronto interno ed esterno con le tante istanze di una società così complessa”.
I vostri emendamenti mi convincono abbastanza, anche se credo si dovrebbe parlare ancora di molto.
Ma se non esplicitate da subito che sarete all’opposizione in caso la linea della maggioranza non cambi su quelle questioni di fondo, pratichereste, vi prestereste ad un gioco che già nello scorso Congresso presunte minoranze hanno praticato. E quel gioco, sulla testa di migliaia di iscritte ed iscritti, si è rivelato utile solo a far mantenere a qualcuno le sue postazioni senza modificare di una virgola la deriva filo PD della CGIL, ed è stato causa dell’allontanamento dalla nostra CGIL di tante e tanti compagne e compagni che, pur sapendo fosse un compito difficile, avevano pensato che ci fosse in CGIL la possibilità di condurre a viso aperto e con coerenza una dura battaglia sulle politiche. Oggi siamo rimasti in molto meno e credo che difficilmente chi ha già sperimentato una ipotesi fallimentare ricaschi nella medesima cosa.
Fateci sapere che se non ci dovessero essere accoglimento degli emendamenti non voterete il documento conclusivo.
Un abbraccio
Ferruccio Nobili
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